Scavi a Porta Barete, due assoluzioni

Giudice scagiona i dirigenti Fabrizi e Bolino. I legali: «Stavano solo controllando la rete idrica»

L’AQUILA. Il giudice unico onorario Angelo Caporale ha assolto «perché il fatto non sussiste» Vittorio Fabrizi, 61 anni di Pratola Peligna, dirigente del settore ricostruzione pubblica comunale e Carlo Bolino (48), aquilano, responsabile del servizio ricostruzione, in relazione ai lavori di scavo a Porta Barete. Secondo l’accusa essi avrebbero eseguito, senza autorizzazione, ricerche archeologiche lungo la sede stradale di via Roma al fine di rinvenire le antiche mura cittadine e, nello specifico, dove si trova Porta Barete. Secondo l’accuse sarebbe stato necessario l’ok della Soprintendenza dei beni archeologici.

A innescare l’inchiesta, coordinata dai carabinieri, sarebbero state alcune denunce dei condomini del palazzo lì situato. Nella fase di indagine alcuni documenti sulla vicenda vennero acquisiti in Comune e alla Direzione regionale dei Beni culturali. In realtà i due dipendenti comunali si stavano occupando di lavori riguardanti la rete idrica, visto che erano state segnalate delle perdite e problemi alla rete del gas, come è emerso nell’istruttoria. Anzi, furono essi stessi a chiamare in causa la Soprintendenza in occasione del ritrovamento casuale di alcuni reperti. E, in particolare, si accertò che si trattava di cose di alcun valore. Questo filone investigativo, inoltre, è stato caratterizzato anche da un’altra imputazione, quella di falso, che era stata attribuita ai due dipendenti comunali ma furono scagionati nella fase istruttoria.

Nel corso del processo il pm ha chiesto la condanna di entrambi, ma il giudice li ha assolti con la più ampia delle formule assecondando le richieste degli avvocati Amedeo Ciuffetelli e Guglielmo Santella.

L’area di Porta Barete è ormai al centro di vicende giudiziarie molto complesse e diverse tra loro. Tempo addietro, per esempio, Antonello Salvatori e Luca Di Eugenio, i due tecnici incaricati dei lavori del condominio 207, la cui ricostruzione è stata bloccata per anni a causa della vicinanza al sito archeologico di Porta Barete, hanno notificato una richiesta di pagamento per le loro prestazioni per 560mila euro all’amministratrice del condominio Tiziana Alfonsi, quale importo “relativo al danno economico patito”. (g.g.)

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