Schianto sulla superstrada: insegnante muore a 42 anni

Di Bernardo andava a scuola, lascia due bimbi. Era anche un’attrice teatrale
PIZZOLI. Un impatto frontale e violentissimo. Prima della curva tra Pizzoli e Cagnano Amiterno, in quel tratto di statale 260 “Picente” che è ancora superstrada. Le lamiere delle due auto che si accartocciano, la Fiat Seicento rossa che schizza via e finisce sopra al guard-rail. Dentro alla piccola utilitaria deformata dallo schianto è morta sul colpo Monica Di Bernardo. Aveva 42 anni. Una mamma di due bambini piccoli. Percorreva quello stradone come ogni mattina per andare da altri bambini, i suoi alunni delle elementari di Montereale. Ma era anche un’attrice di teatro. E pure una volontaria, clown in ospedale per altri bambini ancora, quelli più sfortunati. Viveva all’Aquila, ma era originaria di Silvi. Una tragedia, la sua, che ha scosso tutto l’Abruzzo. A bordo della Mini Cooper blu che procedeva verso L’Aquila, invece, una ragazza di 25 anni. G.A. è di Cagnano. Ora combatte in ospedale, è grave ma non sarebbe in pericolo di vita. Il 118 ce l’ha portata in elicottero. Non è chiaro cosa sia successo, se un sorpasso azzardato oppure una perdita di controllo del mezzo da parte di una delle due. La procura ha aperto un’inchiesta, su un incidente arrivato proprio a poche ore dal grande convegno sulla sicurezza stradale organizzato all’Aquila dai familiari delle vittime della strada.
I SOCCORSI E LE INDAGINI
Il terribile schianto frontale sulla Picente è avvenuto poco dopo le 8 del mattino, non lontano da una stazione di rifornimento. È stato proprio il benzinaio, insieme a un altro uomo, a precipitarsi in strada, a bloccare le auto che sopraggiungevano e a chiamare i soccorsi. Sul posto, oltre alle ambulanze, il 118 ha inviato anche l’elicottero, che ha trasportato al San Salvatore la giovane alla guida della Mini. Inutili invece i tentativi di salvare la 42enne: per lei non c’era nulla da fare. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco per estrarre le due donne e per la messa in sicurezza della carreggiata insieme al personale dell’Anas. Mentre polizia e carabinieri hanno tenuto a bada il traffico: il tratto di statale è stato chiuso a lungo in entrambe le direzioni. Gli inquirenti hanno anche compiuto i primi accertamenti. Ma la dinamica dell’incidente non è chiara. Anche per questo saranno raccolte le immagini delle telecamere della stazione di servizio, che potrebbero aver ripreso il momento dell’impatto. In quel tratto di strada non ci sono rotatorie a far rallentare le auto. E diversi sono stati gli incidenti in passato. Non distante, nello stesso tratto della Picente, due anni e mezzo fa, perse la vita in un incidente stradale una ragazza di 32 anni, Serena Durastante, anche lei mamma di due bambini.
LA VITTIMA
Monica Di Bernardo era nata ad Atri, ma ha trascorso la sua infanzia a Silvi con i genitori Annamaria e Paolo e i fratelli Marco e Gabriele. Proprio a Silvi ha cominciato a fare l’insegnante, nella scuola San Giuseppe. Da qualche tempo insegnava alle elementari di Montereale. Ma era soprattutto una donna di teatro. Aveva lavorato anche come clown in corsia in ospedale all’Aquila, con l’associazione “Brucaliffo”. Era sposata con Francesco Tarquini, batterista, percussionista e insegnante di strumento che collabora con la scuola di musica Icarus ed è membro del Trio ’99. Lascia due bambini, Davide di 6 anni e Nicola di 2. Con la sua famiglia viveva nel progetto Case di Tempera. All’Aquila aveva frequentato a lungo l’università ed era diventata un’artista. Era laureata in Storie e pratiche delle arti, della musica e dello spettacolo. Aveva realizzato una tesi di laurea su “C’era un bambino... una strada, un teatro”. Un testo particolarissimo, chiamato a uscire dai fogli impaginati. Nella prima pagina scriveva: «Vorrei provare a scrivere questa tesi in uno scenario differente, strapparla dai fogli se possibile, ed ergerla in uno spazio inconsistente, effimero, farla entrare in scena. Mi faccio scudo di una storia di un mio amico, la impasto, la adatto al mio volere e viene fuori quanto segue. Ci sarà nell’ultima parte un piccolo riferimento alle mie esperienze. Al teatro vissuto da me, in prima persona, come attrice, clown e animatrice teatrale. Un teatro vissuto e ancora vivo sulla mia pelle, che è l’unica che ricorda davvero tutto».
Aveva lavorato come attrice e clown nelle tendopoli post-sisma, portando un po’ di conforto agli sfollati. Aveva collaborato con realtà teatrali piccole e grandi come il Tsa, il teatro Lanciavicchio e Spazio Rimediato e con il Teatro dei Colori di Avezzano.
APPRENSIONE A CAGNANO
Vive invece a Cagnano Amiterno l’altra ragazza coinvolta nell’incidente, che è in ospedale per i traumi riportati nell’impatto. «Sono ore difficili di apprensione per tutta la comunità», spiega il sindaco Iside Di Martino, «in una realtà piccola come la nostra ci conosciamo tutti e tutti condividiamo le gioie e i dolori. Tutta la popolazione è messa a dura prova. Ci stringiamo alle famiglie delle due giovani che stanno vivendo questa tragedia».
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