Sciopero a oltranza al call center Ecare

La Vodafone toglie la commessa e 62 persone temono di perdere il posto Secondo le Rsu l’astensione dal lavoro riguarderà tutti i turni

L’AQUILA. Dalla proclamazione dello stato di agitazione allo sciopero. Un passo breve, per i 300 operatori del call center Ecare di Monticchio, alle prese con la decisione del cliente Vodafone di reinternalizzare la commessa Bo Teletu. Una scelta che toglie lavoro a 62 persone, che da lunedì a turno saranno dirottate in corsi di formazione, ma che potrebbe aprire scenari futuri incerti per tutto il personale, secondo le Rsu. Per questo, in attesa di avere risposte certe da Vodafone, ma anche della convocazione di un tavolo regionale, i dipendenti hanno fatto scattare la mobilitazione: si va avanti con lo sciopero a oltranza, che coinvolge i vari turni, con interruzioni di 15 o 30 minuti, in modo da creare disagi all’attività aziendale.

A dare il là alla protesta è stata la comunicazione dello scorso 1° aprile, da parte dei vertici Ecare, della dismissione della commessa Bo Teletu. Una mossa decisa da Vodafone che, a detta dell’azienda, non dovrebbe comunque avere ripercussioni sul perimetro occupazionale del sito aquilano. La pensano diversamente le rappresentanze sindacali unitarie: lunedì, dopo una serie di assemblee con il personale, è stato proclamato lo stato di agitazione, che ieri mattina è sfociato nella prima giornata di scioperi, a cui i lavoratori hanno aderito in massa.

«Ritenendo assai preoccupante la situazione verificatasi», hanno annunciato le Rsu, «che ad oggi impatta 62 lavoratori, ma che potrebbe in futuro interessare la totalità della forza lavoro impegnata sulla commessa Teletu, dichiariamo lo stato di agitazione a partire lunedì 4 aprile, con la possibilità di proclamare sciopero in qualsiasi momento e con modalità comunicate il giorno stesso».

L’azione di lotta sarà sospesa solo quando sarà convocato un confronto con il cliente Vodafone, ma anche con la Regione. «Attendiamo risposte da Vodafone su cosa ci attende in futuro», hanno spiegato le Rsu, «ma anche dalla Regione, visto che al momento dell’insediamento di Ecare nel nostro territorio, subito dopo il sisma del 2009, fu assicurato che il call center aquilano sarebbe stato tutelato e considerato un centro di eccellenza. Gli ultimi avvenimenti, invece, ci tolgono qualsiasi certezza. Oggi si parte con 62 addetti da reimpiegare attraverso corsi di formazione, domani chissà cosa succederà». La Ecare ha ricollocato, dopo una lunga vertenza, gran parte del personale dell’ex Transcom di Pettino che, all’indomani del sisma, decise di lasciare la città, attuando un contestato licenziamento di massa.

Romana Scopano

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