il processo

Scuole chiuse, la Corte dei conti cita Del Corvo per 4 milioni

L’ex presidente della Provincia è stato ascoltato ieri. La difesa: «I tecnici imposero di chiudere tutti gli istituti»

L’AQUILA. La Procura della Corte dei conti ha aperto un fascicolo in relazione a presunte irregolarità contabili sui restauri degli istituti scolastici di Avezzano e Sulmona lesionati dal sisma del 2009. Secondo le accuse, che ricalcano quelle della procura della Repubblica, si trattava di lavori e spese che si potevano evitare cercando soluzioni alternative su dove far tenere le lezioni nel post-terremoto. Nei giorni scorsi sono stati indagati dal pm contabile gli ex vertici della Provincia.

In particolar modo, tra i politici, l’ex presidente, Antonio Del Corvo (nella foto) e l’ex assessore Mauro Fattore, oltre all’ex manager dell’ente. L’accusa per Del Corvo, ex presidente dell’ente appaltante, è di danno erariale per 4milioni e 700mila euro inducendo in errore l’ufficio ricostruzione. Fattore, che come Del Corvo, è assistito dall’avvocato Carlo Benedetti, è coinvolto solo nella veste di estensore di quella delibera del 2011.

Il pm ritiene che i lavori di somma urgenza per consolidare gli edifici, fossero stati irragionevolmente estesi. Ieri Del Corvo è stato ascoltato dal pm per contestare le accuse. «La situazione di somma urgenza», queste le sue controdeduzioni, «si determinò per l’ente sia in considerazione della situazione di obiettivo danneggiamento dei plessi comunali, tutti oggetto di verifiche di danno, sia a seguito delle decisioni della Conferenza dei servizi del 30 settembre 2009 e soprattutto come inevitabile effetto della nota a firma del dirigente Vincenzo Mazzotta e del rup, Agostino Di Marco, «nella quale si segnalò, senza mezze parole, come a parere del settore sarebbe stata necessaria la messa fuori servizio dell’edificio del liceo “Pollione” e la verifica sismica per la dichiarazione di inagibilità per trovare soluzioni alternative». «Tale nota», prosegue la difesa, «non poteva che sortire effetti immediati e fragorosi per le inevitabili ripercussioni sulla sicurezza degli studenti e la necessità di predisporre in via urgente ogni strumento idoneo per proteggere la popolazione scolastica e non incorrere in sanzioni penali». La Provincia chiese al sindaco di Avezzano la disponibilità di locali alternativi ma non ebbe risposta positiva.

Inoltre, i dirigenti scolastici di Avezzano e Sulmona chiesero di evitare comunque i doppi turni e lo stesso fece la dirigente scolastica regionale dell’epoca. Nella memoria si sostiene come i tempi per le procedure d’appalto ordinarie fossero incompatibili con le ragioni di urgenza.

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