L'Aquila

Sequestra l’ex compagna: condannato 

Tre anni all’uomo che insieme a due complici l’ha prelevata davanti a un supermercato portandola con la forza a Ortona

L’AQUILA. Il tribunale ha condannato tre persone accusate perché coinvolte, sia pure con responsabilità diverse, in un sequestro di persona, condotta poi qualificata come violenza privata. Si tratta di tre romeni, Ovidio Hali, cui sono stati inflitti tre anni di carcere (il pm ne aveva chiesti 4), George Tinca e Ioana Sorina Nechita condannati a un anno di reclusione. Assolto, invece, Claudio Marius Costea. Secondo l’accusa gli imputati, nel novembre del 2012, provenienti da Perugia, fecero un blitz all’Aquila dove si era rifugiata (nella casa di un conoscente della madre), l’ex compagna di Hali che non voleva più saperne di stare con lui visto che lo aveva accusato di maltrattamenti in famiglia. La giovane donna si trovava in quel momento nei pressi del parcheggio del supermercato Carrefour, in zona cimitero, dove si era recata per fare acquisti con un’amica. Hali la prese con la forza e la trascinò all’interno di una Fiat Punto, nella quale si trovavano Tinca e altre persone.

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Da lì fu portata a Ortona a Mare, nella casa di Tinca e della sua amica, la Nechita. Nel frattempo la giovane rapita, non avendo la possibilità di reagire, aveva in qualche modo contattato la madre che, a sua volta, la stava cercando. Alla base della fuga della donna una serie di comportamenti, contestati dalla Procura ad Hali: l’avrebbe più volte insultata e mortificata. La donna ha sostenuto di essere stata picchiata con una bastone. E, in effetti, un bastone è stato sequestrato in occasione di una perquisizione nella sua abitazione.
Di fronte a queste accuse il collegio (Marco Billi, Daria Lombardi, Antonella Camilli) ha inflitto le tre condanne aggiungendo per Hali l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nella vicenda, secondo l’accusa, erano coinvolte altre persone che non sono mai state identificate. Gli imputati sono assistiti dall’avvocato Ferdinando Paone che ricorrerà in appello.
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