Servizi, centro storico ai raggi X

Il piano-Fontana: anche reti provvisorie per riattivare subito le utenze

L’AQUILA. Anche reti provvisorie per riattivare subito le utenze nelle sei zone verdi. Questa una delle prime azioni contenute nel piano-Fontana che mette ai raggi X il centro storico della città. I gestori dei servizi hanno dato l’assenso a far partire i cantieri insieme.

RETI DISTRUTTE. Il primo programma di intervento sperimentale a breve termine elaborato dalla struttura tecnica di missione capeggiata dall’architetto Gaetano Fontana ha messo sotto la lente d’ingrandimento il centro storico. «L’obiettivo», spiega Fontana, «è quello di riportare, nella misura più elevata possibile, nel minor tempo, le famiglie nelle loro case e le attività economiche nelle loro sedi». Individuate le sei zone di Porta Napoli (Est e Ovest), Santa Maria di Farfa, ex San Salvatore, Lauretana e Belvedere-Banca d’Italia dove i cantieri, compresi quelli per gas, acqua e luce, possono partire subito, il piano illustra le azioni immediate. Prima tra tutte la riattivazione dei sottoservizi in tempi celeri per consentire «il rientro nelle abitazioni con grado nullo o minore di compromissione».

Per far questo si ricorrerà anche alle reti provvisorie «da ubicare sulle dorsali principali senza interferenze con la sede definitiva di progetto della rete dei sottoservizi». Nel frattempo, però, dovrà partire anche la progettazione ed esecuzione definitiva dei lavori sulle reti, secondo un piano armonizzato. Impossibile pensare, infatti, a scavi scoordinati e a opere effettuate in modi e tempi diversi. Tra breve verrà firmato un protocollo d’intesa tra tutti i gestori. Del resto, la situazione delle reti in centro storico è molto compromessa. Specialmente per quella del metano che ha subìto danni molto gravi e, pertanto, «non è riparabile». Quindi, è necessario prevedere la totale sostituzione. «Allo stato attuale», dice lo studio-Fontana, «sono utilizzabili solo tratti limitati di rete previo intervento per escludere tutte le condotte secondarie danneggiate».

Quanto alla rete idrica, quella principale e le secondarie sono rotte in molti punti. «Lo stato di conservazione prima del sisma era appena sufficiente, il materiale delle tubature è inadeguato». Idem per le fogne, dove «manca la separazione tra acque nere e bianche». Situazione migliore per la rete elettrica, con danni limitati e circoscritti. Il piano propone l’interramento dei cavi. È in corso la verifica sulla rete in rame di Telecom. Si suggerisce, nel progetto, anche una nuova rete in fibra ottica.

PORTA NAPOLI. Il piano-Fontana, che richiama il piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico, precisa che «non sono indicati dissesti che riguardano il centro. Non ci sono zone con pericolosità da moderata a molto elevata». Sotto esame i «dissesti indotti dal sisma», come la scarpata di Belvedere. Dalla microzonazione si evince che, pur in assenza di «amplificazioni locali rilevanti», la zona Porta Napoli contiene una «superficie limitata suscettibile di instabilità, localizzata nel versante Est. Necessari approfondimenti nelle zone di bordo».

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