Si salvarono i lavoratori usciti presto

13 Gennaio 2013

AVEZZANO. Era il 13 gennaio 1915, quando un terribile terremoto sconvolse l’Abruzzo raggiungendo anche alcune zone al confine con Lazio e Campania. Colpiti dal sisma i paesi dell’area fucense, della...

AVEZZANO. Era il 13 gennaio 1915, quando un terribile terremoto sconvolse l’Abruzzo raggiungendo anche alcune zone al confine con Lazio e Campania. Colpiti dal sisma i paesi dell’area fucense, della Valle Roveto e della media Valle del Liri. Pochi i superstiti: i soldati che aspettavano il treno, pronti a partire per la leva; i contadini già nei campi; quei lavoratori che, come abitudine, non erano in casa. La casa, infatti, da rifugio si trasformò in una trappola mortale. Scriveva Il Mattino: «Il Governo tardò a lanciare l’allarme e i primi soccorsi arrivarono la sera del 13, rallentati dall’impraticabilità delle strade. Più di 9000 uomini tra militari, enti e civili si prestarono a dare aiuto e l’impegno di alcuni di loro fu premiato con una medaglia di benemerenza. Tra le innumerevoli difficoltà l’impossibilità di permanenza della truppa nelle zone abruzzesi, pronta a partire per la guerra iniziata l’anno precedente, e il problema degli orfani: gran parte di loro fu affidata all’Opera Nazionale di Patronato “Regina Elena”. La città di Avezzano, la più colpita, perse monumenti importanti tra cui il castello Orsini e la cattedrale di San Bartolomeo. Restò in piedi una sola abitazione: quella costruita dal “cementista armato” Cesare Palazzi, edificio ancora oggetto di studi da parte di ingegneri ed esperti che ne esaminano l’incredibile solidità . Furono costruite “Casette Asismiche”, nel tempo trasformate in case o stalle, per ospitare gli sfollati. Fu grande il contributo del liberale crociano Camillo Corradini, esponente di spicco del governo, che spostò notevoli fondi sulle opere pubbliche della città. Il prelato don Orione si assunse inoltre la responsabilità di restituire bambini ai parenti ancora in vita. Questi i dati di una tragedia oggi tristemente ricordata attraverso preziose testimonianze di pochi superstiti, documenti, articoli di giornale e programmi televisivi. Perché l’Abruzzo non deve dimenticare. Perché l’Abruzzo non vuole dimenticare.

Maria Teresa Maccallini

Nicole De Angelis

Irene Vitale, Irene Scipioni, Dora Cichetti, Aurora D'Andrea

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