L'AQUILA

Sisma, nessun concorso di colpa: «Risarcimento per le vittime»

Il tribunale ha deciso in maniera opposta rispetto alla sentenza choc emessa a ottobre

L'AQUILA - Giudice di primo grado smentisce giudice di primo grado. Perché la scelta di restare a dormire in casa in quella tragica notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 «non può essere considerata imprudente o poco diligente ». Lo mette nero su bianco il magistrato dell’Aquila Baldovino De Sensi in una delle tante cause civili avviate da familiari delle vittime del sisma o da feriti. Ma che non è una causa qualunque, perchè riguarda la morte delle sorelle del Teramano Genny e Giusy Antonini, finite sotto le macerie del palazzo di via Campo di Fossa 6/B: il procedimento civile che le riguardava è quello “gemello” agli altri tre terminati con la sentenza choc dell’ottobre scorso. Quella, cioè, in cui la giudice Monica Croci assegnava a tre giovani vittime – Alberto Guercioni, Paolo Verzilli e Ilaria Rambaldi – il 30 per cento di concorso di colpa per la loro stessa morte per la «condotta incauta» di restare a dormire in casa.  A parità di carte agli atti, De Sensi ha interpretato in maniera opposta la vicenda rispetto alla collega Croci, riconoscendo il pieno risarcimento alle vittime. 

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