Sisma, vertice con il ministro Barca

Domani a Roma faccia a faccia tra "l’inviato speciale" del governo, il sindaco Cialente e il commissario per la ricostruzione Chiodi per prendere un primo contatto per la ricostruzione dell'Aquila
L'AQUILA. Il ministro per la coesione territoriale non vuole perdere tempo. Domani, come ha confermato al Centro il sindaco dell'Aquila, a Roma ci sarà un faccia a faccia - una sorta di prima presa di contatto - fra «l'inviato speciale» del governo all'Aquila Fabrizio Barca, Massimo Cialente e il commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi. Non è il tavolo - chiesto dal presidente Monti - su cui prendere le decisioni ma certamente servirà all'uomo di governo per farsi una idea sul perché la ricostruzione "pesante" del capoluogo di regione dopo tre anni è ancora al palo e si consumano ogni giorno sterili polemiche politiche.
Questa mattina alle 11,10 su La 7 il ministro Barca parlerà proprio del caso L'Aquila. Con lui ci sarà il segretario nazionale della Cisl, l'abruzzese Raffaele Bonanni. Si discuterà delle priorità di intervento e potrebbero venir fuori significative indicazioni su come il governo si vuole muovere.
Ma intanto non si placano le polemiche sulla finta lettera di dimissioni dell'architetto Gaetano Fontana che il commissario Chiodi si è affrettato a respingere. L'assessore alla ricostruzione del Comune dell'Aquila Pietro Di Stefano ha ribadito che la struttura commissariale non ha più senso e ha aggiunto «Fontana sta usando il suo ruolo per fare politica». Detto da uno strenuo avversario del capo della struttura di missione ci potrebbe anche stare. Ma ieri dello stesso tono sono state le parole di Enzo Lombardi, ex sindaco della città e oggi personaggio di spicco del Pdl che sarà candidato alle primarie del centrodestra.
«In questi giorni abbiamo assistito a una pantomima» ha detto Lombardi «con una brutta sceneggiatura; Fontana è ora che capisca che deve fare il tecnico cosa che sa fare bene e deve lasciar stare la politica». Per Lombardi, Chiodi non doveva nemmeno rispondere a Fontana, di fatto quindi accettare le dimissioni. L'ex senatore critica fortemente anche il commissario-presidente che «non si è mai calato veramente nella realtà aquilana» e poi fa un curioso parallelo: «Le competenze sulla popolazione in capo alla Sge - struttura gestione emergenza - sono state passate di recente al Comune. Chiodi così spera di far fare brutta figura a Cialente che non ha le forze tecniche e umane per gestire un settore tanto complesso che si occupa di map, piano Case, autonoma sistemazione, affitti concordati e quant'altro; Cialente dal canto suo gestisce le file di persone alle porte del Comune nella speranza che fra una promessa e l'altra ne possa venire fuori qualche voto per sé».
Per Lombardi dunque siamo alla pura speculazione elettorale: «Ora servirebbe una presa d'atto, da parte delle forze politiche, sul fatto che non si può scherzare, questa città ha bisogno di persone autorevoli che a tutti i livelli sappiano farsi rispettare».
Per il segretario dell'Idv Lelio De Santis «i Comuni del cratere, a cominciare da quello dell'Aquila, trovino finalmente il tempo e l'umiltà di dire che sono in grado da soli di relazionarsi con il ministro Barca e tutti insieme di programmare la ricostruzione con un percorso alla luce del sole e con le risorse tecniche ed umane che offre il territorio aquilano».
Sul fatto che la ricostruzione della città sia ferma il Centro oggi è in grado di pubblicare i dati in possesso del Comune sullo stato delle pratiche (vedi tabella in alto). Ne viene fuori, secondo chi quei dati li ha elaborati, «che non esiste connessione tra il dato delle parti comuni e parti private approvate, nel senso che, ad esempio, delle 878 parti singole approvate molte non combaciano con le parti comuni e viceversa, vi possono essere parti comuni per le quali non escono ancora le parti singole». Conclusione: «E' la totale disorganizzazione della filiera, il fallimento della struttura commissariale e della struttura tecnica di missione. L'obiettivo del Comune, piu' volte ribadito, è di avere subito approvate le parti comuni per far partire i cantieri».
Replica Reluis (che fa l'esame tecnico delle pratiche) secondo cui: «Sulle 7.300 pratiche che Reluiss doveva esaminare 6.070 sono state già chiuse con esito positivo, quelle oggi ferme a Reluis sono 1.200, ne sta lavorando 570 e per 660 sta aspettando le integrazioni». E' la solita doppia verità. Qualcuno però sta barando. (g.p.)
Questa mattina alle 11,10 su La 7 il ministro Barca parlerà proprio del caso L'Aquila. Con lui ci sarà il segretario nazionale della Cisl, l'abruzzese Raffaele Bonanni. Si discuterà delle priorità di intervento e potrebbero venir fuori significative indicazioni su come il governo si vuole muovere.
Ma intanto non si placano le polemiche sulla finta lettera di dimissioni dell'architetto Gaetano Fontana che il commissario Chiodi si è affrettato a respingere. L'assessore alla ricostruzione del Comune dell'Aquila Pietro Di Stefano ha ribadito che la struttura commissariale non ha più senso e ha aggiunto «Fontana sta usando il suo ruolo per fare politica». Detto da uno strenuo avversario del capo della struttura di missione ci potrebbe anche stare. Ma ieri dello stesso tono sono state le parole di Enzo Lombardi, ex sindaco della città e oggi personaggio di spicco del Pdl che sarà candidato alle primarie del centrodestra.
«In questi giorni abbiamo assistito a una pantomima» ha detto Lombardi «con una brutta sceneggiatura; Fontana è ora che capisca che deve fare il tecnico cosa che sa fare bene e deve lasciar stare la politica». Per Lombardi, Chiodi non doveva nemmeno rispondere a Fontana, di fatto quindi accettare le dimissioni. L'ex senatore critica fortemente anche il commissario-presidente che «non si è mai calato veramente nella realtà aquilana» e poi fa un curioso parallelo: «Le competenze sulla popolazione in capo alla Sge - struttura gestione emergenza - sono state passate di recente al Comune. Chiodi così spera di far fare brutta figura a Cialente che non ha le forze tecniche e umane per gestire un settore tanto complesso che si occupa di map, piano Case, autonoma sistemazione, affitti concordati e quant'altro; Cialente dal canto suo gestisce le file di persone alle porte del Comune nella speranza che fra una promessa e l'altra ne possa venire fuori qualche voto per sé».
Per Lombardi dunque siamo alla pura speculazione elettorale: «Ora servirebbe una presa d'atto, da parte delle forze politiche, sul fatto che non si può scherzare, questa città ha bisogno di persone autorevoli che a tutti i livelli sappiano farsi rispettare».
Per il segretario dell'Idv Lelio De Santis «i Comuni del cratere, a cominciare da quello dell'Aquila, trovino finalmente il tempo e l'umiltà di dire che sono in grado da soli di relazionarsi con il ministro Barca e tutti insieme di programmare la ricostruzione con un percorso alla luce del sole e con le risorse tecniche ed umane che offre il territorio aquilano».
Sul fatto che la ricostruzione della città sia ferma il Centro oggi è in grado di pubblicare i dati in possesso del Comune sullo stato delle pratiche (vedi tabella in alto). Ne viene fuori, secondo chi quei dati li ha elaborati, «che non esiste connessione tra il dato delle parti comuni e parti private approvate, nel senso che, ad esempio, delle 878 parti singole approvate molte non combaciano con le parti comuni e viceversa, vi possono essere parti comuni per le quali non escono ancora le parti singole». Conclusione: «E' la totale disorganizzazione della filiera, il fallimento della struttura commissariale e della struttura tecnica di missione. L'obiettivo del Comune, piu' volte ribadito, è di avere subito approvate le parti comuni per far partire i cantieri».
Replica Reluis (che fa l'esame tecnico delle pratiche) secondo cui: «Sulle 7.300 pratiche che Reluiss doveva esaminare 6.070 sono state già chiuse con esito positivo, quelle oggi ferme a Reluis sono 1.200, ne sta lavorando 570 e per 660 sta aspettando le integrazioni». E' la solita doppia verità. Qualcuno però sta barando. (g.p.)
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