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Strada asfaltata nel Parco, gli ambientalisti della Soa: «Testa di ponte per gli impianti di sci»

La denuncia della Sezione Ornitologica Abruzzese: la strada presupposto importante per uno scempio più grande. Strano che il Pnalm non se ne sia accorto

VILLAVALLELONGA. Sviluppare il turismo montano anche nei mesi invernali o tutelare nel migliore dei modi l'habitat dell'orso marsicano? La vicenda del sentiero asfaltato all'interno del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, nel comune di Villavallelonga (L'Aquila), che tante polemiche sta sollevando, si profila «come il necessario presupposto per uno scempio ancora più̀ grande: l'assalto al versante Nord dell'Aceretta con nuovi impianti di risalita». Lo afferma in una nota la Stazione Ornitologica Abruzzese che «svela i retroscena della questione» e dice di aver «trovato i documenti per dare una risposta».

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«Nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche del Comune di Villavallelonga - spiega l'associazione - è prevista la costruzione di un impianto di arroccamento del costo di 2 milioni di euro. Siamo andati a verificare cosa dice il Piano Paesistico della Regione Abruzzo, redatto negli anni '80 del secolo scorso ma ancora vigente e - prosegue -, udite udite, una larga porzione del versante montano di Villavallelonga, che domina i Prati d'Angro, ricade all'interno del perimetro del bacino sciistico in cui vi sono gli impianti di risalita di Pescasseroli. Le norme prevedono che i divieti insormontabili della Zona di Protezione Speciale per nuovi impianti di risalita citati dal Direttore del Parco non si applicano se esiste una pianificazione antecedente alla data di entrata in vigore del decreto relativo alla tutela delle Zps, come in questo caso (il decreto è del 2007)». «Possibile che il Parco d'Abruzzo non conoscesse questi documenti e le previsioni del Piano paesistico regionale per un'area così delicata? - si chiede la Soa -. Noi abbiamo impiegato pochi minuti a reperire la documentazione via web. Perché hanno cercato di rassicurare quando i documenti ufficiali vanno nella direzione esattamente opposta? Questi documenti pongono la vicenda dell'asfaltatura di questa strada in un'ottica non più "tattica", ma "strategica": si pone un problema dell'uso complessivo di una delle aree più importanti per la biodiversità in Italia». «Domani si capirà dall'esito della riunione del Consiglio Direttivo straordinario se l'Ente Parco saprà trarsi dal "cul de sac" in cui si è infilato e quali sono le reali volontà rispetto al futuro di un sito di importanza estrema. Ad ogni modo, sul terreno resta l'asfalto e la natura ormai offesa. Auspichiamo che non si vada nella direzione di un danno finale per quell'area», concludono gli ambientalisti.