Sulmona, Magneti Marelli: gli operai pregano il vescovo per non lavorare a Pasqua

La Cgil insorge: «Chiediamo l’intervento della diocesi, già cancellata la festa del Santo patrono». Monsignor Spina: «Uomo senza occupazione non ha dignità, senza festa non ha libertà»
SULMONA. La possibilità di dover lavorare anche nella domenica di Pasqua fa scoppiare un nuovo caso all’interno della Magneti Marelli. Manca ancora l’ufficialità sulla Domenica santa-lavorativa, ma la sola voce, arrivata dagli uffici all’officina, e la successiva mancata smentita dei vertici della fabbrica, è bastata a mettere in allerta i lavoratori. A tal punto che sono già partite le assemblee alla fine dei vari turni di lavoro per decidere il da farsi. Niente scioperi, però, manifestazioni di protesta o volantinaggio fuori dalla fabbrica sono stati fissati per ora, perché gli operai hanno deciso di investire della questione direttamente il vescovo. Proprio monsignor Angelo Spina, che appena il 19 dicembre scorso era stato nello stabilimento per la benedizione natalizia. Passi, perciò, la rinuncia alla festa del santo patrono, il 28 aprile con San Panfilo, già inserito nel calendario lavorativo, ma non la santa Pasqua.
«La questione turni si fa sempre più complicata», interviene Pietro Campanella della Fiom-Cgil, «quindi capiamo l'apprensione dei lavoratori nei confronti anche della possibilità di dover lavorare a Pasqua. Già la festa del Santo patrono è stata cancellata, ora pure la Pasqua mi sembra eccessivo. In più, rintracciamo una certa contraddizione nel fatto di aver chiamato il vescovo prima di Natale per la benedizione della fabbrica e lo scambio di auguri con gli operai e le loro famiglie».
Il problema della Pasqua in fabbrica arriva dopo mesi di mobilitazioni e scioperi con adesioni al 90 per centro, in seguito all’organizzazione dei 18 turni. Il modello americano – che prevede il passaggio da 15 turni settimanali a 18, con i sabati e le domeniche lavorativi anche in modo continuativo – entrato in vigore in seguito alla fusione con Chrysler e alla nascita del colosso automobilistico Fca (Fiat Chrysler Automobiles), non è mai andato giù alle tute blu sulmonesi.
Il 7 luglio scorso le maestranze – dopo scioperi e disordini – sono riuscite a portare a casa la prima modifica al contratto specifico e ai nuovi turni di lavoro.
Il modello Sulmona, che era destinato a essere esportato nella altre fabbriche del gruppo, però, per i sindacati è rimasto per lo più su carta. «I turni vengono approntati quasi di settimana in settimana», aggiunge Campanella, «lasciando poco margine ai lavoratori di programmare qualsiasi cosa, dalla visita medica alla gita fuori porta. Così sta diventando davvero difficile andare avanti».
Da parte sua, il vescovo non si tira indietro ed è pronto al confronto con l’azienda e coi lavoratori, per arrivare ad una soluzione condivisa.
«L’uomo senza lavoro perde la dignità e senza la festa la libertà», interviene Spina, «Pasqua è un evento cristiano e non solo, che pone una riflessione e che può favorire l’avvio di un dialogo fra le istanze dell’azienda e quelle dei lavoratori. Credo che il confronto sia la strada giusta per arrivare a una soluzione condivisa da tutti. Per il resto, non conoscendo i termini contrattuali della fabbrica, non mi sento di intervenire su una questione sindacale. Sono, però, aperto al confronto».
La rivoluzione avviata questa estate nello stabilimento sulmonese dai suoi 636 lavoratori sembrava destinata a dare uno scossone negli altri siti del gruppo, in Italia e in America, primo fra tutti la Sevel di Atessa. Per ora si prova a garantire un calendario che escluda la Pasqua dalle giornate lavorative.
Al 16 aprile mancano 58 giorni e la battaglia è appena cominciata. Mentre la Quaresima si avvicina, volendo restare in tema religioso.
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