Tagli al call center, il Comune chiede un incontro all’azienda

L’assessore Santarelli: confidiamo nella mediazione della Regione per poter fermare i licenziamenti Conti in rosso, così la 3G ha annunciato altri 91 esuberi nel sito di Sulmona e 106 a Campobasso

SULMONA. Chiedere un incontro urgente alla proprietà, attraverso il presidente della Regione e gli assessori regionali, per scongiurare gli altri 91 licenziamenti avviati dalla 3G. L’assessore comunale al Lavoro Paolo Santarelli prova il tutto per tutto per evitare i nuovi esuberi al call center sulmonese. La 3G ha confermato l’altra sera di non volere tornare indietro sui tagli, 91 nel sito sulmonese e 106 in quello di Campobasso, fino ad arrivare a un totale di 248 da spalmare probabilmente anche sulla sede romana. «Come Comune possiamo fare poco rispetto a queste bruttissime notizie», dice Santarelli. «Certo è che chiederemo un incontro alla proprietà per scongiurare i tagli, attraverso la mediazione del nostro presidente della Regione e dei nostri assessori regionali. Speriamo almeno di bloccare questa corsa ai tagli intrapresa dall’azienda.

La storia della 3G spa inizia nel 2000 con specializzazioni, nel settore di servizi di outsourcing per imprese, pubbliche amministrazioni e istituzioni, dedicate alla comunicazione con i clienti. Oltre alla direzione generale che ha sede a Roma, e a quella storica in città aperta nel 2001, 3G opera su altre tre sedi operative, che si trovano a Milano, Chieti e Campobasso, con circa 1.250 collaboratori, che nel 2011 raggiungono un fatturato di 27 milioni.

Negli ultimi anni cominciano i problemi, con la crisi che investe anche il gruppo, leader nel panorama italiano. Alla base della crisi, resta un buco di bilancio di un milione e 300mila euro, oltre a una sofferenza generale dell’intero comparto e del gruppo in particolare, reduce da quattro anni di ammortizzatori sociali, tra cassa integrazione e contratti di solidarietà. Ma a pesare sui conti dell’azienda sarebbe soprattutto il costo del lavoro, ormai superiore ai ricavi. Dall’anno scorso l’azienda ha aperto anche le pratiche per i licenziamenti volontari, con un incentivo di sei mensilità nette, 24 mesi di Naspi (indennità di disoccupazione) e il tfr, pari a circa 28mila euro per un contratto di lavoro part-time. Sono stati 87 i licenziamenti avviati e 51 quelli contestati dai lavoratori, su cui si attende la pronuncia del giudice del lavoro. La prossima udienza sui ricorsi è attesa per il prossimo mese. Visto il percorso di stabilizzazione avviato dal call center negli anni scorsi, si sperava in un futuro più roseo per i lavoratori, nonostante i contratti di solidarietà scaduti il 31 luglio del 2015 e avviati per scongiurare i 79 esuberi dichiarati in passato. La 3G era stata aperta dall’allora parlamentare del Pdl Sabatino Aracu ed è ancora di proprietà della sua famiglia. Suo fratello, il colonnello dell’Esercito Antonio Aracu, riveste, infatti, il ruolo di direttore operativo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA