Tagliacozzo. Tesoro di Ciancimino: la Cassazione conferma il sequestro della Contea

La Cassazione conferma il sequestro cautelativo del complesso immobiliare La Contea, realizzato con i capitali provenienti dai beni del boss Vito Ciancimino. La cifra investita nel progetto ammonta a un milione e 610 mila euro

ROMA. Confermato dalla Cassazione il sequestro cautelare del complesso immobiliare 'La Contea', realizzato in Abruzzo, con capitali provenienti dal 'tesoro' di Vito Ciancimino. La somma investita nel progetto edilizio, tramite le società 'Alba d'Oroo e 'Sirco', ammonta a un milione e 610 mila euro gestiti, come accertato dal Tribunale di Palermo nel 2007, dall'avvocato Gianni Lapis che aveva nella sua disponibilità beni appartenenti al politico democristiano colluso con la mafia e morto a Roma alcuni anni fa.

Anche la Regione Abruzzo aveva erogato un contributo di 300 mila euro per la realizzazione del complesso 'La Contea'.

Senza successo, in Cassazione, i prestanome abruzzesi, riciclatori del denaro di don Vito, hanno chiesto il dissequestro degli immobili. Il loro ricorso è stato dichiarato inammissibile.

In questa vicenda sono coindagati Achille e Augusto Ricci, insieme a Nino Zangari. Tutti e tre sono titolari di quote della società 'Alba d'Oroo', con sede a Tagliacozzo. Il sequestro è stato deciso, il 29 maggio 2009, dal gip del Tribunale di Avezzano. L'atto era stato convalidato dal Tribunale del Riesame dell'Aquila lo scorso 29 giugno e adesso anche dalla Cassazione con la sentenza 18780.