Technolabs, sit-in anti-esuberi

Nuova giornata di sciopero per i 130 ricercatori a difesa dei 45 posti a rischio

L’AQUILA. Nuova giornata di sciopero per i 130 ricercatori della Technolabs, dopo che l'azienda ha annunciato 45 esuberi.

Ieri mattina i lavoratori hanno presidiato, in segno di protesta, l'ingresso del sito del polo elettronico. Un segnale rivolto alla Intecs Spa, che finora non ha risposto alla richiesta di incontro arrivata da Rsu e sindacati. Un atteggiamento ritenuto «molto grave» dai dipendenti, che comunque non intendono demordere.

«La decisione di individuare 45 esuberi tra il personale e di avviare le procedure di messa in mobilità», ha spiegato Raoul Giorgi, Rsu della Fiom, «è stata presa in maniera unilaterale e comunicata senza alcun preavviso. Abbiamo subito sollecitato un incontro, per discutere della situazione, conoscere le motivazioni di questo atto e soprattutto avanzare le nostre proposte. Ma finora c'è stato solo silenzio. L'azienda sta usando lo stesso sistema con cui ha tagliato la contrattazione di secondo livello e ci ha tolto dalle buste paga 170 euro al mese, in tutto circa 2000 euro in meno all'anno, che pesano moltissimo sulle nostre tasche».

Oggi i ricercatori si riuniranno nuovamente in assemblea: i sindacati hanno respinto i 45 esuberi e vogliono capire cosa sta succedendo. La notizia è piombata sui dipendenti del laboratorio giovedì scorso: le rappresentanze sindacali unitarie sono state convocate dalla proprietà per quelle che sembravano comunicazioni ordinarie. Ed è invece arrivata la doccia fredda. Per affrontare le criticità del sito aquilano, manifestate dalla Intecs dopo il passaggio di consegne con il gruppo Compel, erano stati firmati accordi sulla formazione e sulla mobilità volontaria, con 20 addetti che hanno già lasciato lo stabilimento e una cinquantina di lavoratori finiti in cassa integrazione.

Romana Scopano

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