Terremoto, le false lacrime e risate della Iurato Rabbia e sbigottimento all’Aquila: “Che pena!”

Le reazioni in città alle frasi choc dell’ex prefetto Giovanna Iurato che in un intercettazione telefonica ha dichiarato di aver finto di commuoversi davanti alle macerie del sisma

L’AQUILA. Rabbia e sbigottimento, ma anche «pena e disprezzo». La telefonata dell’ex prefetto Giovanna Iurato, fatta a pochi giorni dall'insediamento nella carica di prefetto dell’Aquila e intercettata dalla procura di Napoli, è vissuta come «l’ennesimo schiaffo» a una città ancora sconvolta dal sisma del 2009. Nella telefonata chic con l’ex capo dello Sco Franco Gratteri, la Iurato racconta di aver subito visitato, in maniera strumentale e su consiglio del padre, i luoghi simbolo del terremoto e di aver finto di commuoversi davanti alle macerie e ai bambini rimasti orfani. Una sceneggiata che le è valsa titoli dei giornali come “Le lacrime del prefetto”, su cui scherza e ride con il collega al telefono. Un colloqui choc che ha innescato una serie di reazioni, anche rabbiose, all’Aquila.

CENTOFANTI: UOMINI DELLO STATO?’QUESTI HANNO SOLO FAME DI POTERE. «Se questi sono gli uomini dello Stato bisogna trovarne altri. Questi soggetti rappresentano solo fame di potere. Non sono rappresentanti delle istituzioni», afferma Antonietta Centofanti, rappresentante dei Familiari delle Vittime della Casa dello Studente. Le nuove risate sul sisma dell’Aquila, dopo quelle dell’imprenditore Francesco Maria Piscicelli («Io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro al letto»), «sono l’esempio dell’ennesima situazione mediatica che ha scandito questo nostro tempo durissimo - racconta Centofanti -. La più crudele e pazzesca è questa del prefetto Iurato; la più tragica quella messa in atto dalla Commissione Grandi Rischi su ordine di Guido Bertolaso». «Trovo che non ci siano parole per raccontare ciò che sta accadendo in questa città, quanta mancanza di pietà c’è». Antonietta Centofanti, aquilana, nel sisma del 2009 ha perso il nipote Davide proprio nel crollo della Casa dello Studente. Il suo sentimento, e quello di tanti altri cittadini, è di «grande solitudine» ma c’è anche «disprezzo per questa donna, che forse è anche una madre, e forse anche un pò di pena perchè ci troviamo di fronte ad una figura di scarsissimo spessore», conclude la rappresentante dei Familiari delle Vittime della Casa dello Studente.

CANCELLIERI: TRISTE MA NON ESPRIMO GIUDIZI. «È una cosa molto triste ma non esprimo giudizi, perchè le cose vorrei conoscerle nella loro interezza e nel contesto in cui si sono sviluppate», è il commento del ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri.

PEZZOPANE: TRATTATI COME UN MACABRO TEATRINO. «La lettura delle intercettazioni dell’ex prefetto Iurato mi ha colpito al punto da provocarmi un forte e doloroso senso di nausea»: commenta, in una nota, l’assessore comunale Stefania Pezzopane, all’epoca del terremoto presidente della Provincia dell’Aquila. «Ancora una volta si dimostra che L’Aquila e il terremoto sono stati trattati da troppi come macabro teatrino dove fingere dolore e improvvisare lacrime, strumentalizzando bambini e vittime. Noi, che invece abbiamo pianto davvero, proviamo ribrezzo, oltre che rabbia, per quanto ci tocca ancora sopportare». «Non bastavano gli imprenditori Piscicelli e co. a ridere di noi - prosegue Pezzopane -. Non bastavano Letta e Berlusconi preoccupati, alla vigilia dei funerali di Stato, che Bertolaso li sistemasse in posizione utile da far vedere al mondo la loro sentita commozione. Ci mancava una donna, Prefetto, inviata dal governo Berlusconi, a far lacrime finte e a riderci sopra. Un orrore. Un prefetto appena insediato - aggiunge Stefania Pezzopane - che deride gli aquilani e si gratifica che i giornalisti presenti abbiano titolato le sue lacrime. Insomma, è lusingata di aver ingannato i giornalisti e la Città intera. E l’interlocutore, altro uomo dello Stato che si diverte insieme a lei sulla nostra tragedia. Un’indecenza. Persone così non possono svolgere compiti pubblici. Si inginocchi lì dove ha versato lacrime finte e chieda perdono, se ne ha il coraggio, a quei bambini vittime del terremoto a cui ha dedicato il suo sarcasmo».

CIALENTE: LE FRASI CHOC DIMOSTRANO CHE NON SI È CAPITO IL DRAMMA. Non solo in quanto sindaco ma come uomo e cittadino dell’Aquila Massimo Cialente è attonito per le frasi choc del prefetto Iurato: «Ci sto malissimo. La verità è una: mi sto accorgendo, a mano a mano che escono retroscena della vicenda aquilana, che abbiamo avuto tanta gente a lavorare con noi ma nessuno è entrato fino in fondo in questo dramma. Anche alla luce di altre intercettazioni (da Piscicelli a Bertolaso) ciò che emerge, dichiara Cialente, »è la solitudine di questa comunità». «La cosa di quell’intercettazione che più mi colpisce - prosegue Cialente - è l’interlocutore della Iurato (il prefetto Francesco Gratteri, ndr) che questo racconto lo vive come fosse una cosa esterna». Il sindaco dell’Aquila ricorda bene la commozione di Giovanna Iurato, poi rivelatasi falsa, perché conobbe il prefetto proprio quel giorno del maggio 2010, quando il prefetto appena nominato, alla presenza del primo cittadino, posò una corona di fiori davanti alla Casa dello Studente dell’Aquila in memoria degli otto ragazzi morti nel crollo dell’edificio la notte del sisma. «La Iurato mi colpì - dichiara Cialente -, e l’ho sempre vista molto partecipe. Ma la cosa che molto mi sorprende sono le sottolineature dell’interlocutore: questo fa capire come il dramma aquilano, che stiamo ancora vivendo al cento per cento, da molti non sia stato compreso».

LA MADRE DI UNA VITTIMA: DOSSE NEI MIEI PANNI CAPIREBBE . «La Iurato dovrebbe trovarsi nei nostri panni, allora sì che capirebbe cosa vuol dire piangere lacrime vere». Parla così una madre, Annamaria Cialente, che ha perso il figlio nel crollo della Casa dello studente. «Che cosa pensiamo? Che dobbiamo pensare ormai? Ci siamo contornati di gente che dovrebbe vergognarsi. Qualcuno si è messo a ridere perché avrebbe trovati i profitti», continua sdegnata, ricordando l’imprenditore Francesco Piscicelli che pochi minuti dopo la scossa già pregustava gli affari legati ai lavori legati alla ricostruzione. «Gente falsa che non ha mostrato sentimenti veri», è invece l’opinione riservata all’ex prefetto dell’Aquila Giovanna Maria Iurato. «Mio figlio, Francesco Esposito, è l’ottavo morto della Casa dello studente - conclude la donna - ed è morto per colpa di chi, oggi, si lava la coscienza».

SIULP: LA NOMINA DI IURATO È UN FALLIMENTO DELLE ISTITUZIONI. «È inimmaginabile, per noi, pensare che uomini di Stato possano compiacersi nel raccontare circostanze che riguardano il terremoto dell’Aquila, come fosse un teatrino. Un fallimento per le istituzioni che hanno individuato nella dottoressa Iurato il rappresentante del Governo che avrebbe dovuto servire e aiutare una città martoriata, che lottava e lotta per la sopravvivenza». Così il Siulp dell’Aquila commenta le considerazioni del Prefetto Giovanna Iurato. «Il Siulp - dice il segretario provinciale dell’Aquila, Fabio Lauri - si è trovato spesso a contestare pubblicamente l’operato dell’allora prefetto Iurato sotto il profilo politico, tecnico ed operativo riguardo alcune posizioni che influivano ed influiscono ancora oggi sulla sicurezza dei cittadini. Non vogliamo credere che il rappresentante del Governo, mandato all’Aquila per servire e proteggere la cittadinanza, possa avere effettivamente pensato ciò che le parole intercettate lascerebbero intendere». «Ci aspettiamo chiarimenti e rettifiche da parte del prefetto Iurato rispetto gli articoli apparsi sulla stampa, perché da uomini delle istituzioni, quali siamo, non potremmo mai accettare che i nostri vertici abbiano gravemente insultato dolore e le lacrime che segnano i visi degli aquilani».

SU FACEBOOK RABBIA E AMAREZZA. Cresce su Facebook la rabbia degli aquilani dopo la diffusione delle intercettazioni riguardanti l’ex prefetto Giovanna Maria Iurato. «Io ritengo che queste persone siano molto diverse dagli umani» si legge in uno dei commenti più benevoli. «Altre lacrime false versate sull’Aquila», recita un altro. «Per questo a certe cariche dello Stato andrebbero calmierati gli emolumenti», osserva un altro utente del social network. E ancora: « Iurato, sei la vergogna della Sicilia». «Voi che invece che fare qualcosa per gli altri strisciate nelle stanze del potere, mentite a tutti, anche a voi stessi», scrive un cittadino. E c’è chi, per sdrammatizzare, chiosa «Nessuno è prefetto».

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