Terremoto, processo Grandi RischiGli studenti: "Rassicurati dalla commissione"

Nuova udienza del processo contro i sette componenti della commissione Grandi rischi, accusati per il mancato allarme. In aula i sopravvissuti nella Casa dello studente: "Prima delle rassicurazioni scappavamo ad ogni scossa"

L'AQUILA. Sesta udienza in Tribunale dell'Aquila del processo contro i sette componenti della Commissione Grandi Rischi, oggi riservata alla deposizione dei ragazzi sopravvissuti al crollo della Casa dello studente, in cui sono morti otto giovani universitari. Secondo le denunce presentate dai sopravvissuti - tra i quali Piergiorgio Lauri, custode dell'edificio che si è sbriciolato dopo la scossa delle 3.32 - i ragazzi erano stati invitati a rimanere nello stabile dallo stesso direttore e dal responsabile del settore tecnico dell'Adsu dopo le rassicurazioni arrivate tramite giornali e televisioni da parte dei membri della Commissione grandi rischi, organo consultivo della presidenza del Consiglio. Sul crollo della Casa dello Studente, in via XX settembre, esiste un procedimento penale a parte.

"Prima delle rassicurazioni scappavamo ad ogni scossa"
. "Quando c'erano scosse dalla Casa dello studente uscivano i ragazzi e capitava anche che pernottassero fuori. Il 5 aprile, dopo la prima scossa delle 23, non è successo niente: i ragazzi sono scesi impauriti e io li ho tranquillizzati, visto quello che diceva la Commissione Grandi Rischi: che questo sciame sismico non avrebbe mai portato a un evento", ha detto in aula Lauri, egli stesso rimasto sepolto a lungo sotto le macerie. "I ragazzi erano impauriti", ha aggiunto il custode, "piu che altro per quelle lesioni visibili dello stabile che erano state controllate dopo la forte scossa del 30 marzo. Dopo la scossa dell'una, invece, c'era una situazione di caos, forse qualcuno è uscito. Io pure di solito uscivo, ma alle scosse delle 23 e dell'una sono rimasto seduto".

"Ho tentato di scappare, ma sono rimasto bloccato nelle macerie". "Alle 3.32", ha ricordato Lauri, "ho provato a scappare, quando ho visto le pareti che si aprivano. Sono rimasto bloccato per molte ore e avevo problemi a essere tirato fuori, i vigili del fuoco volevano addirittura tagliarmi una gamba ma ho gridato che preferivo rimanere lì. Il solaio del piano superiore poteva cadermi addosso da un momento all'altro, anche se in quel momento non lo sapevo". E sull'importanza delle rassicurazioni, Lauri ha dichiarato: "Il direttore dell'Adsu mi disse di non evacuare la struttura per quello che dicevano i media".

"Ho saputo della commissione in tv e mi sono tranquillizata". Piena di momenti di commozione la testimonianza della studentessa Anapaola Pulcheri, di origine argentina, miracolosamente salvata dal crollo della Casa dello studente. "Ho visto il telegiornale di Rete 4", ha testimoniato oggi. "e anche la mia amica Lucia mi ha detto dell'esito della commissione, che era meglio uno scarico graduale dell'energia. Mi sono tranquillizzata perché mi fidavo di quello che dicevano gli esperti. Dopo che loro si sono pronunciati ho cambiato completamente atteggiamento".

Gli imputati del processo. I sette imputati di questo delicato filone della maxi inchiesta della procura del capoluogo sono accusati di aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani prima del 6 aprile 2009, causando la morte di 309 persone. Gli imputati sono Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis (anche oggi presente in aula), già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile. I capi di imputazione per tutti sono di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose.

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