Terremoto, via al processo Grandi Rischi Sei imputati su sette non si presentano all'Aquila

È cominciato il processo per omicidio colposo a carico dei componenti della commissione Grandi Rischi, organo di consultazione della Protezione Civile, accusati di avere dato informazioni rassicuranti sulla possibilità di un forte terremoto all'Aquila il 31 marzo 2009, una settimana prima del sisma che fece 309 vittime. In aula solo un imputato, gli altri sei sono stati dichiarati contumaci. Dopo le ammissioni delle parti civili il processo è stato aggiornato al 1° ottobre

L'AQUILA. È cominciato all'Aquila il processo alla Commissione grandi rischi che nella primavera del 2009 avrebbe lanciato "segnali rassicuranti" sullo sciame sismico dell'Aquila, culminato poi con la scossa del 6 aprile che causò 309 morti. Sette gli imputati, accusati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e cooperazione nel delitto colposo. Il giudice Marco Billi ha escluso dal procedimento la costituzione di parti civili presentate dal Codacons e dall'associazione Codici, mentre ha ammesso la costituzione di una decina di parti civili, in qualità di parenti delle vittime. Le parti civili, tra cui il Comune dell'Aquila, hanno chiesto un risarcimento di 50 milioni. La questione della costituzione delle parti civili è centrale nelle udienza odierna visto che solo oggi si possono presentare le istanze. Dopo le ammissioni delle parti civili il processo è stato aggiornato al 1° ottobre

Alla sbarra imputati eccellenti. Sotto processo all'Aquila ci sono scienziati e tecnici della Protezione civile e dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova, Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile, e Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile.

Presente solo un imputato. Solo quest'ultimo si è presentato in tribunale. Per gli altri sei imputati è stata dichiarata la contumacia. "Ritenevo importante esserci perché questa è la mia terra e anche per sottolineare la professionalità e la qualità degli altri pubblici funzionari. Sono abruzzese, lo dovevo anche alla gente del luogo", ha detto Bernardo De Bernardinis nel corso del quarto d'ora di sospensione concesso dal magistrato Marco Billi alle difese per esaminare le nuove costituzioni di parte civile. "La costituzione come parte civile del Comune dell'Aquila", ha detto Carlo Sica, avvocato dello Stato, "è intempestiva perché effettuata in periodo di sospensione dei termini".

Cinquanta parti civili, escluso il Codacons. In tutto sono oltre 50 le parti civili che sono state ammesse al processo. Il giudice Marco Billi ha escluso dal procedimento la costituzione di parti civili presentate dal Codacons e dall'associazione Codici, mentre ha ammesso la costituzione di un'altra decina di parti civili, in qualità di parenti delle vittime. La decisione del giudice ha dato lugo a una serie di schermaglie da parte dei legali che rappresentano associazioni o enti che vogliono essere ammesse pur non rientrando nella formulazione del capo di imputazione. Su tutti il Codacons il cui legale ha vivacemente contestato il no da parte del pm e del Gup sottolineando che l'associazione di consumatori "ha un portato legislativi di rilievo insieme alla titolarità di diritti fondamentali".

Polemica sul Comune parte civile. In aula ha preso la parola anche l'avvocato dello Stato Carlo Sica, il quale ha spiegato che la presentazione del Comune come parte civile è intempestiva "perché la notifica è stata fatta nel periodo di sospensione dell'attività giudiziaria ripresa il 16 settembre che comunque credo che oggi possa essere ripresentata vista la particolare situazione all'epoca del terremoto".

Il procuratore capo: "Cerchiamo giustizia". Prima di entrare nell'aula del Tribunale, il procuratore capo, Alfredo Rossini, avvicinato dai giornalisti ha detto: "Cerchiamo giustizia basta, applicare le cose per ottenere risultati che la giustizia richiede". Per i pm, nella riunione del 31 marzo 2009, ci fu "una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace in relazione alla attività della commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico" con la divulgazione di "informazioni imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità dell'attività sismica vanificando le attività di tutela della popolazione".

Udienza aggiornata a sabato 1° ottobre. Il processo è stato aggiornato a sabato 1° ottobre. In quell'occasione ci saranno le audizioni dei testimoni della procura. Ci sono state contestazioni da parte di alcuni difensori sulla scelta del giudice di tenere le udienze soprattutto il sabato e al limite anche la domenica. Si è registrato uno scontro verbale tra avvocati della difesa e colleghi delle parti civili. Intenzione del giudice Billi è quella di celebrare un'udienza a settimana.

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