Torna a tremare la Valle dell’Aterno

Attività sismica nell’Appennino, paura nelle Marche per una scossa di 3.9.

L’AQUILA. L’Appennino centrale continua a tremare. Una scossa di magnitudo 3.9 - alle 9.33 di ieri - ha colpito una vasta zona delle Marche. Tanta paura fra la popolazione, ma nessun danno. Due le repliche in giornata. Sempre ieri, due terremoti quasi in contemporanea sono stati avvertiti anche nella Valle dell’Aterno.

«L’attività sismica dell’Appennino è sempre collegata», spiega Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, «ogni anno registriamo circa 8mila eventi e solo il 90% è avvertito dalla popolazione. La sequenza marchigiana, però, non ha niente a che vedere con l’Abruzzo. La zona sismica delle Marche ha infatti una pericolosità decisamente inferiore a quella abruzzese».

Nelle Marche la terra ha tremato alle 9,33 con una magnitudo di 3.9 sulla scala Richter. L’epicentro del sisma, a una profondità di nove chilometri, è stato localizzato fra i comuni di Sant’Angelo in Pontano e Loro Piceno, in provincia di Macerata. La scossa ha avuto una durata di sei, sette secondi ed è stata avvertita dalla popolazione delle province di Macerata, Ascoli e Ancona. Molta paura e decine di chiamate ai vigili del fuoco di Ascoli, Osimo, Amandola, Grottazzolina e Montappone. Nessuna segnalazione, invece, è arrivata dalla provincia di Teramo. La Protezione civile ha avviato una serie di controlli nelle tre province marchigiane, ma non sono stati riscontrati danni neanche agli edifici storici. Altri due movimenti tellurici, con lo stesso epicentro in provincia di Macerata, sono avvenuti alle 13,37 e alle 15,02 (magnitudo 3.1 e 1.7). Venerdì un’altra scossa (2.9) era stata registrata ancora nelle Marche.

Sempre nella giornata di ieri, invece, due terremoti quasi in simultanea sono stati registrati nella Valle dell’Aterno. La terra ha tremato alle 13,51 con magnitudo di 2.1 e 2.2. Le scosse sono state avvertite da parte della popolazione residente in alcune frazioni dell’Aquila e nei comuni di Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, San Demetrio, Sant’Eusanio Forconese, Tione e Villa Sant’Angelo. Da otto giorni non si registravano eventi sismici in provincia dell’Aquila (l’ultimo il 2 gennaio). Segno che l’attività sismica è in costante calo.

Come conferma Boschi. «Possiamo dire conclusa la sequenza che ha generato il terremoto del 6 aprile», sottolinea il presidente dell’Ingv, «ma non voglio essere frainteso: non dico che non ci saranno più terremoti, dico che potranno avvenire più a nord o più a sud rispetto alla faglia che ha liberato la sua energia l’anno scorso».