Tribunali, rivolta contro i tagli
La Pezzopane si appella ad Alfano: «A rischio anche i processi sui crolli».
L’AQUILA. «Con una mano danno e con l’altra tolgono, trattando questo territorio come nulla fosse successo». La presidente della provincia Stefania Pezzopane giudica «illogico e dannoso» il provvedimento del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano sui tagli al personale giudiziario che andranno ad interessare in maniera rilevante anche i tribunali dell’Aquila, Avezzano e Sulmona: 67 posti tra funzionari e dirigenti. «Illustrerò al ministro Alfano», continua la Pezzopane, «i motivi per cui in questo territorio non si possono depotenziare gli uffici giudiziari, e nemmeno impoverire ulteriormente un’economia già martoriata ed istituzioni che operano già tra mille difficoltà». «Mi auguro» prosegue «che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, nonché Commissario per la ricostruzione, voglia associarsi alle nostre segnalazioni. Chiodi aveva annunciato una cittadella della giustizia al posto del vecchio tribunale.
Con le intenzioni annunciate dal Ministero rischiamo che questo resti un progetto vuoto. Devono lasciarci fuori da questi tagli e dalle logiche aziendalistiche come pure devono lasciarci il tempo di riprendere i ritmi della normalità, senza doverci difendere ogni volta da nuovi rischi». La presidente della Provincia evidenzia in particolare il rischio che con i tagli si ripresenti il tentativo di chiudere i presìdi della giustizia sul territorio in un momento in cui tra l’altro, secondo Stefania Pezzopane, il grande fermento della ricostruzione prossima si rifletterà anche nelle pratiche dei tribunali. E ricorda le importanti inchieste legate ai numerosissimi crolli sospetti. «Il governo parla tanto del processo breve» aggiunge la presidente «ma poi taglia il personale, il cui potenziamento è necessario per accelerare i tempi della giustizia. Davvero un controsenso.
Il tutto in un territorio, che ha sete di giustizia, dopo i crolli del 6 aprile». Nei giorni scorsi, del resto, alcuni componenti della settima commissione del Csm sono intervenuti all’Aquila per conferire con i vertici del palazzo di giustizia assicurando la permanenza della corte di appello nel capoluogo di regione per la quale pure si erano temuti degli scippi. Assicurazioni in tal senso sono venute pure da presidente di corte di appello, Giovanni Canzio. Anzi è stato detto che, visto l’arretrato da smaltire, si procederà alla creazione di una seconda sezione di corte di appello penale. Un fatto che prevede, necessariamente, un ulteriore utilizzo di personale di cancelleria.
PRESCRIZIONE. «I nostri concittadini che hanno trovato la morte nel sisma del 6 aprile potrebbero non avere giustizia se il Ddl sul processo breve diventasse legge». Lo si legge in una nota di Epicentro Solidale, Sinistra Critica e Spazio 51. «In questi casi», si legge nel documento, «i pm indagano per i reati di omicidio colposo per i quali il codice prevede condanne fino a un massimo di 10 anni, rientrando pertanto nella casistica dei processi del Ddl sulle “prescrizioni brevi“. Esiste il rischio che anche questi processi rientrino nei termini di prescrizione previsto dal Ddl presentato dalla maggioranza di governo».
Con le intenzioni annunciate dal Ministero rischiamo che questo resti un progetto vuoto. Devono lasciarci fuori da questi tagli e dalle logiche aziendalistiche come pure devono lasciarci il tempo di riprendere i ritmi della normalità, senza doverci difendere ogni volta da nuovi rischi». La presidente della Provincia evidenzia in particolare il rischio che con i tagli si ripresenti il tentativo di chiudere i presìdi della giustizia sul territorio in un momento in cui tra l’altro, secondo Stefania Pezzopane, il grande fermento della ricostruzione prossima si rifletterà anche nelle pratiche dei tribunali. E ricorda le importanti inchieste legate ai numerosissimi crolli sospetti. «Il governo parla tanto del processo breve» aggiunge la presidente «ma poi taglia il personale, il cui potenziamento è necessario per accelerare i tempi della giustizia. Davvero un controsenso.
Il tutto in un territorio, che ha sete di giustizia, dopo i crolli del 6 aprile». Nei giorni scorsi, del resto, alcuni componenti della settima commissione del Csm sono intervenuti all’Aquila per conferire con i vertici del palazzo di giustizia assicurando la permanenza della corte di appello nel capoluogo di regione per la quale pure si erano temuti degli scippi. Assicurazioni in tal senso sono venute pure da presidente di corte di appello, Giovanni Canzio. Anzi è stato detto che, visto l’arretrato da smaltire, si procederà alla creazione di una seconda sezione di corte di appello penale. Un fatto che prevede, necessariamente, un ulteriore utilizzo di personale di cancelleria.
PRESCRIZIONE. «I nostri concittadini che hanno trovato la morte nel sisma del 6 aprile potrebbero non avere giustizia se il Ddl sul processo breve diventasse legge». Lo si legge in una nota di Epicentro Solidale, Sinistra Critica e Spazio 51. «In questi casi», si legge nel documento, «i pm indagano per i reati di omicidio colposo per i quali il codice prevede condanne fino a un massimo di 10 anni, rientrando pertanto nella casistica dei processi del Ddl sulle “prescrizioni brevi“. Esiste il rischio che anche questi processi rientrino nei termini di prescrizione previsto dal Ddl presentato dalla maggioranza di governo».