Truffa coi fondi del terremotoIl vescovo al telefono coi politici

24 Settembre 2011

Le raccomandazioni di D'Ercole a Giovanardi: tieni la barra ferma

L'AQUILA. Il vescovo ausiliare Giovanni D'Ercole si raccomandava al sottosegretario Carlo Giovanardi per ottenere i fondi del terremoto. Una intercettazione tra lo stesso vescovo D'Ercole e Giovanardi lo fa capire in modo chiaro. Si tratta di un colloquio telefonico registrato il primi luglio dello scorso anno. In un convegno che si teneva a Campobasso erano presenti sia l'uomo di governo che Cavaliere il quale tramite il suo telefonino mette in contatto l'onorevole Giovanardi con il numero due della curia aquilana.

LE INTERCETTAZIONI La telefonata tra D'Ercole e Giovanardi

Giovanardi, nella telefonata, informa il vescovo che anche al parlamentare Pierluigi Mantini piace il progetto voluto dalla Curia.

D'Ercole (che al momento insieme allo stesso Giovanardi è parte offesa), dichiara i suoi intenti. «Abbiamo creato questo», dice alludendo alla fondazione, «per fare in modo che qui si faccia qualcosa altrimenti non si fa nulla». «Volevo soltanto dirti questo» aggiunge «è ovvio che con il nostro progetto probabilmente daremo fastidio a qualcuno, faranno un po' di questioni. Mi raccomando: tieni la barra ferma» chiede D'Ercole.
«Ma ti immagini!», replica, «ma io ho solo bisogno che voi... cioè, che chi mi può dare il disco verde che è il commissario di governo mi dica "spendi" e io vengo lì con i soldi cash...» risponde Giovanardi. E D'Ercole: «Noi.. noi in settimana ti diamo tutti i progetti nostri, pronti».

Giovanardi: «Certo.. bravo.. altro che carriole o non carriole.. scusami, altro che popolo delle carriole. Ce l'ho qua i soldi... che alla fine... veramente una cosa incredibile. Comunque, io aspetto ancora un po', poi risollecito il commissario, se magari tramite Cavaliere che è qua e poi dico "amico, io ho polemizzato con il sindaco, ma a me non mi fa mica nulla lo schieramento politico. Se devo polemizzare con uno del Pdl ci penso due secondi, ma proprio non me ne può fregare di meno».

Comunque le preoccupazioni di D'Ercole sono considerevoli. «Il commissario di governo» dice «troverà tutti i cavilli». Giovanardi: «Beh ma se trova tutti i cavilli che ci posso fare».

Comunque giovanardi sembra ottimista. «Guarda», esclama, «come sono venuto giù sei mesi fa a fare una conferenza stampa, porto pazienza ancora un poco e poi torno all'Aquila a chiamo tutti i giornalisti dicendo "scusate sono 13 mesi"»,

L'intento di Giovanardi di aderire alla richiesta di monsignor D'Ercole e di comunicare alla stampa quanto annunciato nel corso della convercazione telefonica si realizzerà dopo pochi giorni.

Il 7 luglio si svolse una manifestazione di terremotati aquilani a Roma con degli scontri con alcuni feriti. E in quella occasione ci fu un intervento di Giovanardi, tramite agenzie nazionali, il quale contestò il fatto che in prima linea si trovassero il sindaco Cialente e l'allora presidente della Provincia Pezzopane. «Mi corre l'obbligo di ricordare», affermò l'uomo di governo, «che da 13 mesi aspetto dagli amministratori locali le indicazioni di come spendere 12 milioni di euro stanziati nel 2009 dal dipartimento della famiglia per strutture per i bambini e anziani in difficoltà. Se i suddetti capipopolo se ne stessero all'Aquila a lavorare per la ricostruzione sicuramente non dovremmo registrare questi vergognosi e incredibili ritardi per la realizzaione di strutture che per una loro responsabilità sono ancora totalmente al palo».

Al riguardo c'è una intercettazione nella quale Giovanardi invita Cavaliere a informarsi su alcuni dati circa la organizzazione della manifestazione romana dicendo «vediamo un poco di fare polemoca locale, comunque mi sembra una cosa da usare». Cavaliere informa Traversi della conversazione ma lui è di altra opinione sui fatti di Roma e sminuisce. «Il sto a Roma», spiega riferendosi alla manifestazioe, «è tutta panna montata non è successo nulla».

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