Truffa Collabora, in tre vanno a processo

A giudizio l'ex amministratore Ricciardi e due revisori dei conti. Prosciolto Benedetti

L'AQUILA. La vicenda Collabora approda in tribunale ma degli 8 imputati a giudizio ne vanno solo tre. Si tratta dell'ex amministratore della spa Vittorio Ricciardi e dei revisori dei conti Carla Mastracci e Ludovico Presutti. Processo per truffa il 18 maggio 2012 in tribunale.

Scagionati, dunque, il presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti, esponente dei Comunisti Italiani e Fabio Ranieri consigliere comunale del Pd.

Nell'udienza di ieri, comunque, si era intuito che le attenzioni della procura della Repubblica, rappresentata in udienza dal pm David Mancini, fossero concentrate soprattutto nei riguardi di Ricciardi (che tramite il suo legale ha respinto ogni accusa) per il quale è stata reiterata la richiesta di portarlo in tribunale con l'accusa di truffa aggravata.

In tal senso si spiega la scelta di rimettersi, per gli altri sospettati, alla decisione del giudice per le udienze preliminari del tribunale, Giuseppe Romano Gargarella.

Oltre a Benedetti sono stati prosciolti Giovanni Di Pangrazio, ex direttore generale della Provincia ed ex dirigente del settore Risorse umane del Comune dell'Aquila, Quirino Bisegna, 53 anni, di Capistrello e una ex componente del collegio sindacale Maria Vittoria Bressan.

La complessa indagine della polizia tributaria della Finanza aveva fatto emergere, secondo le tesi dell'accusa, una frode ai danni della Provincia da parte di Vittorio Ricciardi.

D'intesa con gli organi d'amministrazione e nascondendo il dissesto societario, sarebbe stato gonfiato il valore delle quote di Collabora, poi cedute alla Provincia, per oltre 300mila euro con ovvio danno patrimoniale per l'ente locale.

La Finanza aveva passato al setaccio tutte le fasi precedenti alla costituzione di Abruzzo Engineering, nata per volere dell'ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco da cui nacque Collabora. Secondo il Nucleo di polizia tributaria, le quote societarie di Collabora, costituita per la gestione di servizi per l'impiego, sono state cedute alla Provincia «gonfiate». La cessione sarebbe avvenuta all'atto della cessione «in house» attraverso artifici contabili con alcuni dei sospettati. L'indagine partì grazie a una denuncia del dirigente ispettivo della finanza pubblica Massimiliano Bardani fatta nel 2008. Fu la mossa decisiva che permise alle Fiamme Gialle di scoprire le scelte (ora al vaglio del tribunale) dell'ex amministratore delegato della società. Il quale, in concorso con alcuni accusati avrebbe falsificato i bilanci dissimulando il dissesto societario e, dunque, ingannando l'ente locale. A Ricciardi vennero sequestrati beni per 300mila euro.

Ieri, al termine di una lunga camera di consiglio, Gargarella ha completamente scagionato alcuni degli accusati.

In precedenza erano state archiviate le posizioni di altri funzionari della Provincia. Si tratta di Vincenzo Mazzotta, Michela Leacche e Andrea Gentileschi oltre che del revisore contabile Omero Martella assistito dall'avvocato Massimo Carosi.

Nel corso del procedimento di ieri gli accusati sono stati assistiti dagli avvocati di fiducia Roberto Madama, Claudio Verini, Umberto Di Pillo e Lanfranco Massimi.

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