Truffa e sisma, il pm: ecco come gestivano i fondiGli indagati al telefono: "Fermate il Centro"

Nelle intercettazioni spunta anche il nostro giornale e la preoccupazione per le anticipazioni sull'indagini relative alla fondazione della curia. Il Pm: Cavaliere e Traversi si fingevano amici di Tremonti e Letta
L'AQUILA. Si allarga il fronte delle accuse a carico degli indagati nella tentata truffa milionaria con i fondi dei progetti sociali per la quale sono ai domiciliari il professor Fabrizio Traversi, 62 anni, romano, consulente della presidenza del Consiglio, segretario generale della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo e il medico Gianfranco Cavaliere, 35 anni, uomo di Giovanardi all'Aquila; vicenda nella quale sono indagati anche Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio, Nicola Ferrigni, presidente di Eurispes Abruzzo e Mahmoud Srour detto Mimmo, 63 anni, ex assessore regionale e provinciale. Ora oltre alla truffa aggravata, dunque, spunta anche il millantato credito contestato a Traversi e Cavaliere nei confronti di personaggi di primo piano della politica nazionale: Giulio Tremonti, ministro dell'economia, il sottosegretario agli affari regionali Raffaele Fitto e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta.
I sospettati, millantando credito presso costoro, ottenevano dal vescovo Giovanni D'Ercole e dall'ex assessore provinciale Mimmo Srour, l'adesione di Curia e Provincia alla loro Fondazione Solidarietà e sviluppo, una onlus che, secondo la Procura, gli indagati volevano avesse fini di lucro. Inoltre spunta anche l'accusa di tentata estorsione ai danni di Angelo Taffo, presidente regionale della Cna e titolare di una impresa di pompe funebri minacciando un male ingiusto qualora non avesse conferito una somma di 10mila euro alla società Eurispes Abruzzo. Il solo Traversi è accusato di peculato per una raffica di telefonate, nella veste di direttore del sistema Qualità montagna dell'Eim. Si tratta di conversazioni con Cavaliere non riguardanti il suo ufficio. Da segnalare, come si evince dalle intercettazioni, una presunta influenza massonica nelle operazioni visto che Traversi stesso palesa «una comune affiliazione alla Loggia Massonica del Grande Oriente». Per la Procura la ragnatela di associazioni, tra cui la capofila «Abruzzo solidarietà onlus, era stata creata per accaparrarsi parte dei 12 milioni messi a disposizione dal governo attraverso il sottosegretario Carlo Giovanardi.
La procura ha posto la propria attenzione sulla creazione di un consorzio, «L'Aquila ricerche». Esiste il fondato sospetto, secondo il giudice per le indagini preliminari sulla scorta delle informative della procura, che il sodalizio debba essere, nelle idee degli indagati, il destinatario autentico dei fondi richiesti per il sociale. In altri termini i due sembra intendano distrarre una parte importante della somma richiesta alla presidenza del consiglio «con il fine di investire tali risorse nel consorzio ricevendone molteplici vantaggi economici diretti. Cavaliere ne trarrebbe anche un vantaggio di immagine utile per la sua carriera politica oltre a ottenere la possibilità di inserire figure di comodo o di poter proporre ruoli e cariche all'interno del consorzio come merce di scambio».
Tra le parti offese c'è la Curia aquilana, visto che risultano ingannati l'arcivescovo Giuseppe Molinari e il suo vice Giovanni D'Ercole ma anche il Comune dell'Aquila, la Regione e lo stesso commissario per la ricostruzione. Lo stesso Giovanardi risulta sostanzialmente «utilizzato dagli indagati». Tuttavia è lo stesso giudice per le indagini preliminari che chiede di indagare meglio sul ruolo dei vescovi e sulla loro consapevolezza o meno dell'azione truffaldina che era in corso.
Nell'ordine di custodia cautelare si fa pure riferimento a diversi articoli usciti sul Centro circa questa indagine. Inoltre, nelle intercettazioni, (in relazione alle notizie pubblicate e chiaramente non gradite dagli indagati che temevano potessero compromettere i loro progetti truffaldini) si citano il Centro e il caporedattore della redazione dell'Aquila che Traversi arriva a definire in una intercettazione «vicino a Rifondazione».
Intanto c'è una presa di posizione del Consiglio dell'Ordine dei Medici «rimasto profondamente colpito dalla vicenda che ha coinvolto il dottor Gianfranco Cavaliere. Del tutto ovvio che, dinanzi ad avvenimenti di questo tipo, l'intera comunità medica rimanga stupita ed amareggiata, ma del tutto speranzosa di un buon esito futuro. Il Consiglio pone piena ed incondizionata fiducia nei confronti della magistratura, auspica e spera in una positiva risoluzione della vicenda, e conferma altresì la totale ed eventuale applicazione delle norme del Codice deontologico ai fini disciplinari». Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Domenico Paleri e Ferdinando Paone.
I sospettati, millantando credito presso costoro, ottenevano dal vescovo Giovanni D'Ercole e dall'ex assessore provinciale Mimmo Srour, l'adesione di Curia e Provincia alla loro Fondazione Solidarietà e sviluppo, una onlus che, secondo la Procura, gli indagati volevano avesse fini di lucro. Inoltre spunta anche l'accusa di tentata estorsione ai danni di Angelo Taffo, presidente regionale della Cna e titolare di una impresa di pompe funebri minacciando un male ingiusto qualora non avesse conferito una somma di 10mila euro alla società Eurispes Abruzzo. Il solo Traversi è accusato di peculato per una raffica di telefonate, nella veste di direttore del sistema Qualità montagna dell'Eim. Si tratta di conversazioni con Cavaliere non riguardanti il suo ufficio. Da segnalare, come si evince dalle intercettazioni, una presunta influenza massonica nelle operazioni visto che Traversi stesso palesa «una comune affiliazione alla Loggia Massonica del Grande Oriente». Per la Procura la ragnatela di associazioni, tra cui la capofila «Abruzzo solidarietà onlus, era stata creata per accaparrarsi parte dei 12 milioni messi a disposizione dal governo attraverso il sottosegretario Carlo Giovanardi.
La procura ha posto la propria attenzione sulla creazione di un consorzio, «L'Aquila ricerche». Esiste il fondato sospetto, secondo il giudice per le indagini preliminari sulla scorta delle informative della procura, che il sodalizio debba essere, nelle idee degli indagati, il destinatario autentico dei fondi richiesti per il sociale. In altri termini i due sembra intendano distrarre una parte importante della somma richiesta alla presidenza del consiglio «con il fine di investire tali risorse nel consorzio ricevendone molteplici vantaggi economici diretti. Cavaliere ne trarrebbe anche un vantaggio di immagine utile per la sua carriera politica oltre a ottenere la possibilità di inserire figure di comodo o di poter proporre ruoli e cariche all'interno del consorzio come merce di scambio».
Tra le parti offese c'è la Curia aquilana, visto che risultano ingannati l'arcivescovo Giuseppe Molinari e il suo vice Giovanni D'Ercole ma anche il Comune dell'Aquila, la Regione e lo stesso commissario per la ricostruzione. Lo stesso Giovanardi risulta sostanzialmente «utilizzato dagli indagati». Tuttavia è lo stesso giudice per le indagini preliminari che chiede di indagare meglio sul ruolo dei vescovi e sulla loro consapevolezza o meno dell'azione truffaldina che era in corso.
Nell'ordine di custodia cautelare si fa pure riferimento a diversi articoli usciti sul Centro circa questa indagine. Inoltre, nelle intercettazioni, (in relazione alle notizie pubblicate e chiaramente non gradite dagli indagati che temevano potessero compromettere i loro progetti truffaldini) si citano il Centro e il caporedattore della redazione dell'Aquila che Traversi arriva a definire in una intercettazione «vicino a Rifondazione».
Intanto c'è una presa di posizione del Consiglio dell'Ordine dei Medici «rimasto profondamente colpito dalla vicenda che ha coinvolto il dottor Gianfranco Cavaliere. Del tutto ovvio che, dinanzi ad avvenimenti di questo tipo, l'intera comunità medica rimanga stupita ed amareggiata, ma del tutto speranzosa di un buon esito futuro. Il Consiglio pone piena ed incondizionata fiducia nei confronti della magistratura, auspica e spera in una positiva risoluzione della vicenda, e conferma altresì la totale ed eventuale applicazione delle norme del Codice deontologico ai fini disciplinari». Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Domenico Paleri e Ferdinando Paone.
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