Truffa sul sisma, indagato mezzo paese

Settanta avvisi di garanzia per false pratiche sulle case: nel primo filone d’inchiesta erano coinvolti sindaco, vice e tecnici
BUGNARA. Mezzo paese sotto inchiesta per presunte irregolarità nella ricostruzione post-terremoto. Accade a Bugnara, uno dei centri inseriti nel cosiddetto cratere sismico.
È il secondo filone di un’indagine avviata nel 2011, quando finirono indagati anche il sindaco Giuseppe Lo Stracco e il suo vice ed ex primo cittadino Domenico Taglieri, oltre al responsabile dell’ufficio tecnico comunale Antonio D’Angelo, e a quattro tecnici esterni, Gianni Colangelo, Gianni Giorgi, Gennaro Di Pietro e Walter Ventresca.
Gli accertamenti della Guardia di Finanza riguardano le schede e le riparazioni per i danni di tipo A riportati dalle abitazioni di Bugnara. Tra gli indagati proprio i proprietari delle case oggetto di ristrutturazioni, i tecnici che hanno redatto le perizie e i responsabili delle ditte incaricate di eseguire i lavori. L’ipotesi di reato contestata dalla Procura di Sulmona è falso e truffa ai danni dello Stato.
Secondo le accuse, tutte da dimostrare, alcuni tecnici si sono presentati dai proprietari delle abitazioni che hanno subìto danni dal terremoto del 6 aprile 2009 proponendo di accedere ai fondi messi a disposizione per i danni meno gravi, finanziamenti che, per un massimo di 10mila euro, necessitavano soltanto della perizia tecnica. Questa norma, sempre secondo l’accusa, entrò in vigore solo quando Bugnara fu inserita nel cratere sismico nel luglio 2009. Prima di questa data sarebbero state depositate oltre 250 schede con la richiesta di contributi.
Il Comune di Bugnara ha ottenuto quasi mezzo milione di euro di contributi e altri 150mila dovevano essere liquidati. Sia il sindaco Lo Stracco sia il suo vice Taglieri hanno sempre respinto ogni accusa.
«Da parte nostra», avevano detto al momento degli avvisi di garanzia, «possiamo solo confermare l’assoluta correttezza dei comportamenti e delle procedure adottate».
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