«Un quarto d’ora d’attesa così Enzo è morto in auto» 

Parlano i familiari dell’uomo di Luco deceduto nel piazzale dell’ospedale: «Gridavamo, ma nessuno ci ha aiutato: un testimone ha chiamato i carabinieri»

LUCO DEI MARSI. «È spirato in auto tra le braccia della moglie, mentre aspettava fuori dal pronto soccorso da almeno un quarto d’ora». È la denuncia dei familiari che ora chiedono giustizia per Enzo Di Felice, il 72enne di Luco dei Marsi morto all’ospedale di Avezzano, dove era arrivato in condizioni disperate, a bordo dell’auto guidata dalla sorella. Il dramma si è consumato venerdì scorso intorno alle 10.30.
IL RACCONTO. «Mio suocero è rimasto vittima di un caso di malasanità», racconta la nuora Esmeralda Ferraioli, «da qualche giorno lamentava un dolore alla spalla, per il quale il medico di base aveva consigliato una radiografia. Per questo venerdì mattina la sorella Jole era andata a ritirare l’impegnativa prima di passare a prendere il fratello e la cognata per dirigersi in una struttura privata. Mentre aspettavano il loro turno, mio suocero ha incominciato a non sentirsi troppo bene», precisa la nuora della vittima, «respirava a fatica e non riusciva a tenere la mascherina, così in accordo col radiologo e gli altri pazienti in attesa si è deciso di dargli la precedenza. A quel punto però una dottoressa ha consigliato ai familiari di tornare dal medico di famiglia per richiedere un tampone o rivolgersi a un’altra struttura sanitaria dotata di area Covid. Da qui la corsa disperata al pronto soccorso dove hanno dovuto aspettare per almeno un quarto d’ora in virtù delle modalità di accettazione imposte dai protocolli anti-Covid. Nel frattempo mio suocero è deceduto in auto, tra le braccia della moglie, nonostante le disperate richieste di aiuto. I carabinieri sono stati chiamati da un testimone che ha assistito a tutta la scena. Chiediamo che venga accertata la verità sull’accaduto e, soprattutto, che si faccia luce sulle eventuali negligenze. Non si può lasciar morire un uomo nel parcheggio di un ospedale».
La famiglia dell’ex dipendente della Cartiera Burgo si è rivolta all’avvocato Giuliano Fina.
L’INDAGINE. Sulla vicenda la Procura di Avezzano ha aperto un fascicolo dopo la denuncia per omissione di soccorso presentata dai familiari ai carabinieri. Il pm Ugo Timpano, che coordina le indagini, ha disposto l’autopsia per far luce sull’esatta causa del decesso. L’incarico è stato conferito alla dottoressa Simona Ricci. Il tampone post mortem ha dato esito negativo e l’esame autoptico sarà eseguito oggi pomeriggio.
I carabinieri di Avezzano, guidati dal capitano Luigi Strianese, hanno già ascoltato i sanitari del pronto soccorso che erano di turno quando Di Felice è arrivato in ospedale.
VIDEO DECISIVI. Cruciali per la ricostruzione della vicenda saranno i filmati delle telecamere di videosorveglianza richiesti dai militari. Le immagini riprese dal sistema a circuito chiuso del pronto soccorso consentiranno agli inquirenti di ricostruire le ultime ore di vita del pensionato di Luco ed accertare eventuali responsabilità o presunti ritardi nei soccorsi tali da provocare la morte del paziente così come denunciato dai familiari. In particolare, le immagini permetteranno di stabilire con certezza quanto tempo sia trascorso tra l’arrivo della vittima davanti al triage della struttura sanitaria e il primo intervento prestato da un’infermiera in servizio richiamata dal clacson della Fiat Seicento. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Di Felice è arrivato in pronto soccorso in preda ad una grave crisi respiratoria, forse dovuta a un attacco di cuore. Il 72enne era affetto da diverse patologie. L’infermiera ha cercato di rianimarlo praticandogli delle manovre salvavita, ma una volta trasportato dentro la struttura i medici hanno potuto solo constatare il decesso. Ai carabinieri moglie e sorella hanno riferito che l’uomo è morto a bordo dell’auto.
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