Università, 16mila iscritti

Di Orio: risultato straordinario, ora gli alloggi.

L’AQUILA. Qualche mese fa c’era chi vedeva all’orizzonte un’università fortemente ridimensionata che avrebbe potuto contare, nella migliore delle ipotesi, sulla presenza di cinquemila studenti. Gli ultimi dati parlano, invece, di oltre 16 mila iscritti. «Un fatto prodigioso» commenta il rettore Ferdinando di Orio «che smentisce le Cassandre che, evidentemente, speravano di vedere scenari diversi». «Rispetto all’anno accademico 2008-2009» dice il rettore «abbiamo perso poche migliaia di iscritti. Prima del sei aprile avevamo 27 mila studenti, ma in questo numero erano compresi anche gli allievi delle scuole di specializzazione, gli iscritti ai master e ai dottorati di ricerca. Cosicché, aver superato quota 16mila (ma è ancora possibile iscriversi), è un fatto più che positivo, anzi entusiasmante. Numeri che evidenziano il rapporto fortissimo che lega gli studenti alla nostra università».

LE FACOLTA’. Una corsa contro il tempo, quella compiuta dall’Ateneo, per il reperimento degli spazi necessari per la didattica. Spazi vitali, senza i quali l’università sarebbe stata costretta a trasferirsi altrove. «E’ stata una corsa ad ostacoli» commenta Ferdinando di Orio «ma alla fine siamo riusciti, non senza fatica, ad ottenere una sistemazione dignitosa per tutte le facoltà. Ingegneria e Scienze motorie sono collocate allo stabilimento ex Optimes, a Campo di Pile. Scienze della formazione è in via Di Vincenzo, dove è ospitata anche la facoltà di Psicologia. Economia è all’ex Reiss Romoli, dove ci sono anche gli uffici amministrativi e il rettorato. Sempre a Coppito, nelle loro sedi storiche, abbiamo Scienze, Biotecnologie e Medicina, mentre a Bazzano c’è la facoltà di Lettere e filosofia. Stiamo anche riattivando tutti i dipartimenti».

ALLOGGI. All’appello mancano, però, alloggi e servizi che dipendono dall’Azienda per il diritto agli studi. «È questa la ragione per la quale in tanti sono stati costretti ad orientarsi verso altre università» afferma il rettore. «Nonostante gli impegni assunti, abbiamo una grandissima carenza di posti letto. Al momento disponiamo di 220 posti all’ex Reiss Romoli dove abbiamo affittato tutto lo stabile. Per noi gli studenti rappresentano la priorità asoluta e in questi mesi abbiamo cercato, anche attraverso l’appello al presidente della Repubblica, di spingere gli enti preposti a trovare soluzioni idonee al problema». Da qualche giorno è stata aperta pure la Casa dello studente realizzata, a Coppito, dalla Regione Lombardia. Ma, per il rettore, «va chiarito l’aspetto della gestione di quei 120 posti letto. Non comprendiamo la ragione» afferma «per la quale la gestione di questa struttura, realizzata con fondi pubblici, non sia stata demandata all’Adsu. Comunque sia, ci auguriamo che le assegnazioni degli alloggi vengano fatte attraverso un bando pubblico».

Alla fine di gennaio dovrebbero essere disponibili anche altri 500 posti letto che la Protezione civile conta di reperire alla caserma Campomizzi (alloggi che in questi mesi saranno occupati dagli sfollati). A questi dovrebbero aggiungersene presto altri 500. «Si tratta» spiega il rettore di Orio «di case mobili che il Comune si è impegnato a mettere a disposizione dei nostri studenti. Ma tutto questo questo poteva essere fatto prima. Se questi posti letto si fossero materializzati a settembre ora avremmo potuto avere molti più iscritti. Si è perso troppo tempo e c’è stato chi ha prestato poca attenzione ai problemi dell’università». Intanto, proprio per tamponare il problema, l’ateneo realizzerà a Casale Calore - dove sorgerà anche un centro di ricerca dell’Eni - una piccola casa dello studente con 80 posti letto.

MENSE E TRASPORTI. Allogi carenti, un servizio mensa tutto da reinventare e trasporti ancora inadeguati. «Delle mense si sta occupando il neo commissario dell’Adsu» dice di Orio. «Ma bisognerà far presto. C’è bisogno di reperire dei nuovi spazi anche solo per poter attrezzare un adeguato servizio di catering. In quanto ai trasporti bisognerà vedere come migliorare i collegamenti con Bazzano, dove abbiamo 4.000 studenti». Intanto, dall’altro giorno anche gli studenti non residenti nei comuni colpiti dal sisma, potranno utilizzare gratuitamente i mezzi Arpa sulle tratte da loro scelte.

UTILIZZO OSPEDALE. Nel frattempo, l’ateneo è già al lavoro per la risistemazione delle sedi danneggiate dal sisma. E parteciperà con propri fondi anche al recupero dell’ospedale, necessario alla facoltà di Medicina, di cui l’ateneo è comproprietario. «Anche lì i lavori si muovono con eccessiva lentezza» dice il rettore. «Speriamo di poter riutilizzare la struttura entro un paio di mesi, altrimenti avremo problemi per la didattica».

LE VECCHIE SEDI. Ripresi, invece, da due settimane i lavori al vecchio complesso del San Salvatore, nel centro storico cittadino, destinato ad ospitare il polo umanistico. «Il progetto prevedeva già l’adozione di un sistema antisismico, quindi non ha bisogno di correzioni. Ma i lavori erano stati bloccati prima del terremoto per problemi con la ditta appaltatrice. Questo» continua di Orio «è il primo cantiere aperto in centro. La prima opera pubblica che andremo ad inaugurare in quel centro storico dove noi contiamo di tornare». A tal proposito l’ateneo ha già stabilito un suo piano di interventi, prevedendo 40 milioni di euro. Un piano che include anche il recupero di San Basilio, su cui poggia il convento ora pericolante, di palazzo Camponeschi e di palazzo Carli, che ospitava il rettorato. «Stiamo andando avanti anche sul fronte della ristrutturazione del complesso di Roio. Possiamo contare su un sostegno economico importante del Rotary, nonché di fondi pubblici e privati. Ricostruiremo l’università a Roio. La previsione di spesa è di venti milioni di euro, ma quello» conclude il rettore «è il campus storico. Un campus che vogliamo mantenere. Anche lì abbiamo già avviato i lavori e stiamo mettendo a posto anche la facoltà di Scienze a Coppito. Invece, la sede di Medicina non ha avuto problemi: il blocco 11 è quello che è andato meglio di tutti, tanto che è stato possibile riaprirlo subito».