Vesuvius, il Comune pronto a chiedere i danni

L’annuncio del sindaco: «Se chiudono lo stabilimento dovranno bonificare l’area e i costi per il risanamento ambientale ammontano a svariati milioni di euro»

AVEZZANO. Ore decisive per il futuro della Vesuvius. Dopo l’annuncio della chiusura entro dicembre da parte della multinazionale si stanno cercando soluzioni alternative per evitare di lasciare a casa 83 dipendenti. Ieri mattina una delegazione ha incontrato il primo cittadino Gianni Di Pangrazio per capire insieme come affrontare la situazione. Inoltre si è svolta un’assemblea dei dipendenti, alla quale hanno partecipato anche l’assessore comunale Alessandra Cerone e i rappresentanti provinciali e regionali della Cgil Umberto Trasatti, Domenico Fontana e Rita Innocenzi. Ai lavoratori è stato riferito quanto annunciato dall’azienda nell’incontro al ministero per lo Sviluppo economico e dell’obiettivo di inserire la vicenda dei due stabilimenti Vesuvius nella trattativa nazionale relativa al settore dell’acciaio. «L’interesse primario per noi», ha sostenuto il sindaco Gianni Di Pangrazio, «è il mantenimento dei posti di lavoro e auspichiamo che l’azienda collabori con le istituzioni. In caso contrario imporrò di bonificare scrupolosamente il sito facendolo tornare com’era prima dell’insediamento, un’area verde, accollando alla stessa azienda i rilevanti costi per il risanamento ambientale dell’area, stimabili in milioni».

La società, con una nota, ha voluto specificare i passaggi di quest’importante manovra che porterà non solo alla chiusura del sito marsicano ma anche di quello di Assemini. «L’intenzione della società è quella di rimanere presente e attiva in Italia», hanno precisato dalla casa madre. «L’annuncio di chiusura è il risultato di un’approfondita analisi delle dinamiche relative a domanda e produzione di acciaio sia in Emea (Europa, Medioriente e Africa) sia a livello globale. La domanda e la produzione di acciaio in Emea hanno subito un graduale calo a partire dal 2007 e non si prevedono concreti miglioramenti nei prossimi anni. Inoltre, l’azione combinata tra la sovraccapacità produttiva di acciaio in Cina e il minor consumo ha incrementato particolarmente i livelli di export verso l’Ue. Lo stabilimento di Avezzano, invece, è focalizzato sui prodotti slide-gate e sarà chiuso per bilanciare l’attuale capacità produttiva del gruppo. L’azienda è disponibile fin da subito a iniziare la discussione per individuare la migliore soluzione in grado di minimizzare l’impatto sociale sui 186 dipendenti coinvolti, coerentemente con la cultura del gruppo».

Per la senatrice Stefania Pezzopane «i vertici della multinazionale hanno vergognosamente comunicato la chiusura, un comportamento scandaloso, che fa indignare, da parte di chi ha usufruito degli ammortizzatori sociali e ha rifiutato proposte alternative. Siamo al lavoro per trovare soluzioni concrete».

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