Via all’operazione “Aterno fiume pulito”

Cialente sprona i sindaci e annuncia controlli a tappeto. Si riparla di immettere l’acqua di Campotosto

L’AQUILA. L’Aterno è gravemente malato e il Comune dell’Aquila ha deciso di correre ai ripari e di lanciare la sua proposta per restituire vita al fiume, «vittima ormai di un pesante inquinamento che ha provocato anche un’epidemia di salmonellosi». È nata così la proposta “Progetto fiume Aterno” presentata ieri mattina, in una conferenza stampa, dal sindaco Massimo Cialente, dal suo vice Nicola Trifuoggi e dall’assessore Maurizio Capri. Un’operazione che dovrà sfociare nel “Contratto di fiume” e che vedrà coinvolti enti e istituzioni (e persino qualche associazione, tra cui Policentrica) che, a vario titolo, hanno un ruolo nella tutela dell’ambiente fluviale. Un percorso che inizierà il 7 ottobre con un vertice a Palazzo Fibbioni, nel corso del quale sarà lo stesso Cialente a spiegare che «non c’è più tempo da perdere».

«Il nostro mare è inquinato – a carico della Regione è stata aperta una pesante procedura di infrazione da parte dell’Ue – e tutti i fiumi riversano veleni e liquami che la nostra colpevole inerzia non è stata capace di fermare», ha detto Cialente. Annunciati, quindi, controlli a tappeto per bloccare gli sversamenti abusivi. A tal proposito, attraverso i dati sugli allacci idrici della Gran Sasso Acqua, verranno censiti tutti gli scarichi di abitazioni, attività industriali e allevamenti. Scatteranno controlli anche sui depuratori «che in alcuni territori, come ad esempio Lucoli e Tornimparte,» ha spiegato Cialente, «hanno un problema di ipofunzionalità. Occorrono nuovi impianti per i quali vanno cercate le risorse». E poi la verifica del corretto utilizzo delle vasche Imhoff da parte delle utenze non collegate alla rete fognante, a cominciare dalle tante casette realizzate, dopo il terremoto, lungo l’Aterno.

«E per ridare respiro al fiume», ha continuato il sindaco, «va finalmente applicata l’ordinanza di Protezione civile che prevede un incremento di portata dal bacino della diga di Campotosto di una media di mille litri al secondo. Acqua che servirà ad alimentare le riserve idriche, ma anche a rivitalizzare il fiume». Cialente ha poi annunciato il via libera, da parte del Consiglio di Stato, alla realizzazione, nella zona di Coppito, delle casse di espansione per mettere in sicurezza il territorio dal pericolo di esondazione. «Un progetto che consentirà di tirar fuori dalla zona P4, quella a massimo rischio, molte case». Ma sul futuro di queste costruzioni Trifuoggi non ha lasciato spazio a dubbi interpretativi. «Non ci sarà sanatoria per quelle realizzate in aree sottoposte a vincoli ambientali», ha detto, per poi aggiungere che «le verifiche a suo tempo avviate sulle casette in zona P4 (quelle da demolire), sono state sospese in attesa della conclusione dell’inchiesta avviata dalla Procura. Inchiesta che interessa, per ora, 24 edifici abusivi».

«Puntiamo alla tutela del fiume e alla sua rivitalizzazione, legata anche alla realizzazione della pista ciclabile, nonché all’intercettazione di fondi per combattere il dissesto idrogeologico», ha chiarito Capri.

«Noi ci siamo», ha chiuso Trifuoggi, «e ci auguriamo che tutti i Comuni, a monte e a valle dell’Aterno, abbiano la nostra stessa sensibilità». (m.m.)

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