CASTEL DI SANGRO

Wwf: "Per Juan Carrito dolore falso da chi taglia aree protette" / VIDEO

Le associazioni animaliste: "Troppo spesso mancano politiche che prevedano azioni concrete per mitigare il nostro impatto sulla preziosa e unica biodiversità che ci circonda"

CASTEL DI SANGRO. "Suonano ora un po' false le dichiarazioni di quei rappresentanti delle istituzioni che oggi piangono la morte di Juan Carrito, ma che fino a ieri hanno agito per tagliare aree naturali protette o per continuare a pianificare interventi invasivi nell'areale dell'orso".

leggi anche: Una delle foto più belle di Juan Carrito (sulle zampe) di quando era piccolo ed era con la mamma Amarena e i suoi fratelli orsi Juan Carrito, delusione, commozione e rabbia / L'ULTIMO VIDEO IN VITA Si apre la fase del dibattito dopo la morte dell'orso-simbolo. Dal Parco al presidente della giunta, al rammarico sui social. Il video dell'ultima incursione in una masseria vicino al luogo dell'incidente. Esposto degli animalisti, le proposte di Legambiente

Lo scrivono in una nota congiunta le ong Wwf Italia e Salviamo l'orso, per le quali "troppo spesso mancano politiche (locali, regionali e nazionali) che prevedano azioni concrete per mitigare il nostro impatto sulla preziosa e unica biodiversità che ci circonda".

Per le due associazioni, "ogni anno in media due orsi bruni marsicani muoiono per cause umane, accidentali o illegali". Secondo le ong, "in buona parte del nostro Appennino, le strade attraversano aree naturali ricche di biodiversità. Vivere in un territorio dove la natura è predominante, considerato che quella stessa ricchezza è utilizzata in slogan per attirare flussi turistici, dovrebbe obbligarci a investire nella sua salvaguardia".

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L'ultimo raid di Juan Carrito: "Ha trascorso qui la notte, poi è andato verso la morte. Mi dispiace"
Parla l'agricoltore che ha visto l'orso l'ultima volta (video Rete8)

"Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, WWF Italia e Salviamo l'Orso - prosegue la nota congiunta -, si sono recentemente impegnati, con un investimento economico importante, per la realizzazione di una recinzione lungo il tratto di Statale 17 ritenuto maggiormente pericoloso per la fauna selvatica. L'intervento, realizzato nelle settimane scorse, ha visto il montaggio di una recinzione metallica fissa su entrambi i lati della carreggiata in un tratto di 600 m (dal km 146,6 al km 147,2). La recinzione ha anche l'obiettivo di "indirizzare" gli animali verso un sottopasso adiacente, mitigando in questo modo il rischio di incidenti e aumentando la sicurezza di orsi e automobilisti. Ma evidentemente questo non è stato sufficiente".

Interviene anche Federparchi: "Abbiamo detto in mille modi che la natura non conosce confini. La perdita di Juan Carrito, che è un fatto grave, è un esempio lampante", dice il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, "il tema della sicurezza stradale e degli attraversamenti in aree dove vi è un'alta presenza di grandi mammiferi è ben noto. Il parco ha fatto numerosi interventi nel suo territorio, ma il problema resta il coordinamento dei vari enti quando si esce fuori dal perimetro di un'area protetta".