Undici scuole accorpate scure su presidi e personale

6 Luglio 2013

Saranno inglobati istituti storici come il Convitto nazionale di Chieti, il Nautico e il tecnico commerciale di Ortona e il Fermi di Lanciano

CHIETI. Sono 11 gli istituti scolastici della provincia di Chieti che saranno sottodimensionati da settembre in base alle leggi 111 e 183 del 2011. La comunicazione ufficiale è arrivata ai sindacati lo scorso 18 giugno dal direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, Ernesto Pellecchia. La normativa prevede che le scuole con meno di 600 alunni – 400 per i comuni montani - perdano l’autonomia e vengano accorpate ad altri istituti sotto un’unica dirigenza. Oltre a risparmiare lo stipendio dei presidi delle scuole che diventeranno succursali, la fusione comprometterà anche i fondi dedicati a personale docente e non. La scure si abbatterà dal prossimo anno scolastico su 11 istituti in tutto il Chietino, fra cui scuole superiori di tradizione decennale, diventate vere e proprie istituzioni della città in cui sorgono. È il caso del Convitto nazionale di Chieti (371 alunni), che si fregia di aver ospitato nelle sue aule persino il Vate Gabriele D’Annunzio; dell’istituto nautico Leone Acciaiuoli di Ortona (502 iscritti), che ha formato generazioni di marinai; e dell’istituto tecnico commerciale Einaudi, sempre ad Ortona, la scuola più numerosa a subire l’accorpamento con i suoi 560 studenti. Anche l’istituto tecnico Fermi di Lanciano (537 allievi) vanta una gloriosa tradizione: nato nel 1951, ottenne l’autonomia sette anni dopo dall’allora ministro per la Pubblica Istruzione Aldo Moro. Per evitare lo scippo di autonomia e posti di lavoro il segretario provinciale dello Snals (Sindacato autonomo lavoratori scuola), Nicola Mastrangelo, lancia un appello ai sindaci dei comuni interessati per confrontarsi fra loro ed evitare l’ennesima ferita alla scuola pubblica e al lavoro.

«I sindaci», scrive il sindacalista, «sono i principali interlocutori di Provincia e Regione. Attraverso un confronto fra loro devono tendere al recupero, ove possibile, di nuovi istituti sia per la figura del dirigente che del dsga (direttore dei servizi generali e amministrativi. La forma più efficace è la ricerca dell’aggregazione tra due istituti sottodimensionati. La norma prevede altre forme, come la ristrutturazione fra più istituti, la cui applicazione deve essere frutto di un confronto, anche se serrato, tra responsabili di ogni territorio». Intanto le nubi sull’istruzione pubblica sono sempre più cupe.

La Provincia lancia l’allarme: non ci sono fondi per garantire la riapertura delle scuole superiori a settembre. Il presidente Enrico Di Giuseppantonio e l’assessore Mauro Petrucci hanno convocato i presidi del Chietino per chiarire la condizione delle casse provinciali, vessate da un taglio del 53,8 % dei trasferimenti statali. Le strutture da gestire, però, sono rimaste le stesse: 40 edifici che ospitano 46 istituti e 35 palestre, con 1.777 classi per un totale di 17.988 alunni. Presidi e amministrazione si sono impegnati per ridurre gli sprechi e reperire fondi che garantiscano la massima sicurezza per gli studenti. «La nostra Provincia», dice il presidente, «nonostante la buona volontà, sarà costretta a ridurre gli impegni di spesa a favore delle scuole e dell’edilizia scolastica. Bisogna invertire le priorità del Paese e investire sulla scuola pubblica per garantire il futuro dei giovani».©RIPRODUZIONE RISERVATA