Agli arresti per eversione Manni condanna definitiva in Cassazione

L’ex carabiniere di Ascoli (residente a Montesilvano) ritenuto il leader di Avanguardia Ordinovista Nel 2014 l’operazione “Aquila nera” con 44 persone indagate. L’accusa: progettavano attentati
L’AQUILA. I carabinieri del Ros hanno arrestato Stefano Manni – di 56 anni, ascolano residente a Montesilvano, ex carabiniere – dopo che, due giorni fa, la Cassazione aveva reso definitiva la condanna per il reato di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico e associazione finalizzata all’incitamento, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Il provvedimento restrittivo, emesso dalla Procura dell’Aquila, scaturisce da un’indagine avviata dal Ros nel 2013 sul conto di un’organizzazione clandestina denominata Avanguardia Ordinovista che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento politico Ordine Nuovo, progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, per sovvertire l’ordine democratico dello Stato.
LE ACCUSE
La strategia operativa di Avanguardia Ordinovista, informano i militari, prevedeva il preliminare compimento di atti violenti al solo fine di destabilizzare l’ordine pubblico e la tranquillità dello Stato per poi prendere parte alle elezioni con un proprio partito, quale unica soluzione alla destabilizzazione sociale precedentemente realizzata. Al riguardo, erano state avviate varie iniziative volte a promuovere la crescita culturale degli aderenti alle idee di estrema destra, creando la scuola politica Triskele. È anche emerso come gli aderenti all’organizzazione utilizzassero complesse modalità di comunicazione sui social, area virtuale in cui operavano su un livello “propagandistico”, a scopo di proselitismo e di innalzamento della tensione sociale, e un altro “riservato” ai soli sodali per discutere le progettualità eversive. È emerso che il gruppo aveva ricercato armi sul mercato clandestino. Le indagini del Ros, che si sono avvalse anche dell’attività di operatori sotto copertura, s’inseriscono in una più ampia strategia di contrasto alle manifestazioni eversive condotta dai carabinieri.