Una diagnosi precoce riduce la mortalità per cancro al seno

4 Febbraio 2012
 PESCARA. Tra il 1998 e il 2002 il tumore della mammella è stato il più diffuso tra le donne: 24,9 per cento del totale delle diagnosi tumorali, e la prima causa di morte per cancro con il 17,1 per cento del totale dei decessi oncologici. «Tuttavia», come spiegano dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, «nonostante la tendenza in aumento dell'incidenza, la mortalità per tumore della mammella è in diminuzione, grazie alla prevenzione». Invito ribadito più volte anche dal primario di Oncologia Marco Lombardo.  Nell'area coperta dai registri dei tumori della popolazione, che purtroppo mancano in Abruzzo, sono stati diagnosticati in media 152 casi l'anno di tumore al seno ogni 100mila donne. Le stime indicano un totale di oltre 36mila nuovi casi in Italia. Per quanto riguarda la mortalità, nel 2002 sono state 11.251 le donne decedute a causa di questa malattia. Il rischio di avere una diagnosi di questo tipo nel corso della vita (fra 0 e 74 anni) è di un caso ogni 11 donne, mentre il rischio di morire è pari a un decesso ogni 50 donne.  I tassi di incidenza sono abbastanza omogenei tra le varie aree italiane, ma quelli più bassi si osservano nelle aree del Sud Italia. Le differenze geografiche sono in parte riconducibili alla diversa diffusione dei programmi di screening mammografico. I dati mostrano che, a un anno dalla diagnosi, il tasso di sopravvivenza è del 95 per cento per gli uomini e del 97 per le donne. Questo valore decresce col passare del tempo e, a distanza di cinque anni, la probabilità di sopravvivere a un tumore alla mammella è dell'85 per cento per entrambi i sessi. I tassi di sopravvivenza più elevati si registrano nel Centro-Nord. (m.d.s.)

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