CORONAVIRUS

Abruzzo, i ristoranti possono ripartire ma solo per primi e secondi da asporto 

Firmata l’ordinanza regionale che da oggi rimette in moto centinaia di attività

PESCARA. Da oggi ristoranti e locali in Abruzzo che somministrano alimenti possono vendere cibo da asporto. Lo dispone l’ordinanza firmata dal presidente Marco Marsilio, la numero 46, divulgata nella tarda serata di ieri dall’avvocato Massimo Verrecchia capo della segreteria del governatore.
LE MODALITÀ. La vendita da asporto ("take away") è  permessa anche nei giorni festivi e la possono effettuare tutti i ristoranti e i locali, anche artigianali, ma dev'essere effettuata previa ordinazione on-line o telefonica. I locali che vendono il cibo devono garantire che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano solo per appuntamenti e dilazionati nel tempo.
Questo per evitare sia assembramenti all’esterno sia all’interno del locale, dove è consentita la presenza di un cliente alla volta. Ogni cliente inoltre deve permanere all’interno del locale il tempo strettamente necessario alla consegna e al pagamento dei prodotti.
RISCHIO ASSEMBRAMENTI E ALTA RICHIESTA. Questa decisione è scaturita anche dalla domanda di cibi cucinati o pronti da consumare a domicilio risultata notevolmente aumentata negli ultimi tempi per effetto della permanenza a casa.
È stato considerato anche un altro aspetto, ovvero i giorni festivi del 25 aprile e del 1° maggio, oltre alle feste patronali di alcuni comuni (Spoltore, Pratola e Pescina), che con tali chiusure ravvicinate avrebbero facilitato effetti pregiudizievoli per i cittadini e conseguenti rischi di assembramenti nelle giornate immediatamente precedenti e successive le festività.
FESTE PATRONALI. Il 28 aprile a Spoltore e, poi, il 2 maggio a Pescina e il giorno seguente a Pratola Peligna, il giorno del santo patrono, possono rimanere aperte le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali. (l.d.m.)
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