Abruzzo Insieme, accordo su D’Amico 

Pd e Movimento 5 Stelle convergono sull’ex rettore, Azione tagliata fuori. Manca solo l’ufficialità prevista tra 48 ore

PESCARA. Era destino che nel giorno di San Gennaro anche Abruzzo Insieme trovasse il suo miracolo. L’accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle è su Luciano D’Amico, ex rettore di Teramo ed esperto economista. Manca solo il crisma dell’ufficialità che dovrebbe arrivare tra 48 ore dopo la direzione politica regionale del Pd che segue il vertice on line dei Cinque Stelle convocato ieri alle 21 dal segretario Gianluca Castaldi.
Classe 1960, quindi 63enne, D’Amico è un uomo di scienza con un’esperienza professionale e una visione sicuramente non provinciali perché legano tra di loro i territori del Chietino e del Pescarese con il Teramano. Nato a Torricella Peligna, il paese in provincia di Chieti che vanta le origini di John Fante e Vincenzo Tobia Bellini senior, nonno del celebre autore della Norma, D’Amico, docente di Economia aziendale ed ex preside di Scienze della comunicazione, ha guidato l’Ateneo teramano, facendogli fare un salto di qualità, dopo essersi formato all’Università D’Annunzio di Chieti Pescara, sotto la guida del suo maestro e mentore, l’economista Giuseppe Paolone.
La scelta di scendere in politica è arrivata nel 2018 quando ha affiancato Giovanni Legnini nella campagna elettorale per le regionali. Ma definire D’Amico solo un economista prestato alla politica sarebbe riduttivo. Semmai è la politica regionale che, in una fase di incertezza economica globale, ha bisogno di competenze specifiche. Ed è questo il motivo per cui, sin dalle prime battute della ricerca di un candidato unitario, la coalizione degli sfidanti di Marsilio lo ha inserito in una rosa di papabili insieme agli esponenti di partito Silvio Paolucci, capogruppo in Regione del Pd, Francesco Taglieri, l’omologo per i Cinque Stelle e l’ex deputato Carlo Costantini, proposto da Azione di Calenda, senza mai perdere la speranza di una ridiscesa in campo, per spirito di servizio, di Legnini.
Mettere tutti d’accordo e far combaciare i tasselli intorno a uno di questi nomi sembrava però impossibile. Ma la scelta impantanata nello stagno dell’incertezza si è improvvisamente sbloccata 24 ore fa.
Il via libera è arrivato da Roma dopo l’uscita allo scoperto di Giulio Cesare Sottanelli, leader regionale di Azione, che è ricorso ad una cosiddetta “mossa del cavallo”, repentina e imprevedibile come su una scacchiera, proponendo Costantini candidato presidente senza tessera di partito.
La mossa non è riuscita, ma ha dato una scossa al resto della coalizione, primi fra tutti i dem guidati dal segretario Daniele Marinelli che ha ripreso le redini della partita rimettendo in corsa Abruzzo Insieme e neutralizzando l’opa, cioè la scalata, di Sottanelli, disarcionato dal suo cavallo.
Tutto è accaduto in tre giorni, dopo due mesi di trattative infruttuose che hanno rischiato di logorare sul nascere il laboratorio politico di Abruzzo Insieme. L’aspetto positivo per Pd, M5S e sinistra è che finalmente c’è un nome sul quale, nelle prossime ore, anche altre anime dell’ampia coalizione, da Italia Viva a Polis 305, il partito dei sindaci, non potranno che convergere. Lo faranno quasi tutti ma certamente non lo farà Azione, il cui elettorato è per metà marcato centrosinistra e metà di vedute opposte, tant’è che in Piemonte, una delle Regioni in cui si tornerà al voto, il partito di Calenda sta con il centrodestra. «La decisione su D’Amico è stata presa a Roma e non nella nostra regione. Da oggi si deve solo parlare di Abruzzo quasi insieme», tuona stizzito Sottanelli aggiungendo un avverbio tra le due parole. Ma ormai, dicevano nell’antica Roma, rata fiat, l’accordo c’è.
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