Acqua, i sindaci fermano la stangata

Un comitato studia un piano con aumenti delle tariffe più contenuti
PESCARA. Non si ferma la protesta contro gli aumenti per l'acqua. Ieri, l'associazione di estrema destra Casapound ha esposto sul ponte dell'Asse attrezzato uno striscione di 15 metri per contestare il piano dell'Ato di incremento delle tariffe per i consumi idrici. Intanto, aumentano le iniziativa per scongiurare la stangata. Oggi pomeriggio, un comitato ristretto di sindaci si riunirà per mettere a punto una proposta alternativa, con dei ritocchi più contenuti.
Per questo motivo, il comitato dei sindaci ha richiesto all'Ato di rinviare a lunedì 14 giugno l'assemblea, convocata inizialmente per domani. Il commissario straordinario dell'ente Pierluigi Caputi, in una lettera, ha anticipato le mosse dei primi cittadini annunciando lo slittamento al 14, «per impegni istituzionali». «Stiamo cercando di riparametrare le tariffe sulla base del bilancio 2009 dell'Ato», ha rivelato l'assessore Marcello Antonelli, incaricato di rappresentare il Comune di Pescara nell'assemblea dei sindaci, «cercheremo di presentare una proposta con aumenti più contenuti. Aumenti, probabilmente, necessari per consentire all'Ato di effettuare la manutenzione di una rete idrica fatiscente, che perde il 45 per cento dell'acqua. Si devono quindi fare degli investimenti che oggi l'ente non è in grado di garantire senza ritocchi alle tariffe».
Ma i 64 sindaci delle province di Pescara, Chieti e Teramo, che compongono l'assemblea dell'Ato, continuano ad essere divisi sugli aumenti. Tanto è vero che per ben due volte l'assemblea dell'ente non è riuscita ad approvare la proposta di nuove tariffe presentata dal commissario. Proposta che, secondo Rifondazione comunista, si tradurrà in una stangata, con un incremento del 30 per cento in più rispetto ai prezzi applicati ora per i consumi. «In tempo di crisi», ha affermato il consigliere Maurizio Acerbo, «non è socialmente accettabile l'aumento delle tariffe, in particolare se si tratta di quelle dell'acqua. I cittadini non possono essere chiamati a ripianare i costi della cattiva politica».
Rifondazione ha già preannunciato una nuova protesta per fermare gli aumenti. Due settimane fa, quando si è riunita l'assemblea dell'Ato nella sede di via Raiale per votare il piano del commissario, si è svolto un corteo con decine di persone organizzato da Cgil, Abruzzo social forum e Rifondazione.
Ieri, anche Casapound ha dato vita a una forma di protesta esponendo uno striscione di 15 metri sull'Asse attrezzato, all'altezza del ponte Risorgimento. «Un aumento così oneroso del costo dell'acqua è assolutamente inaccettabile», ha affermato Mirko Iacomelli, responsabile pescarese dell'associazione di estrema destra, «non vorremmo che questi aumenti servano anche a giustificare un futuro percorso di privatizzazione dell'acqua. Invitiamo i sindaci dei Comuni interessati ad opporsi a questi provvedimenti».
Per questo motivo, il comitato dei sindaci ha richiesto all'Ato di rinviare a lunedì 14 giugno l'assemblea, convocata inizialmente per domani. Il commissario straordinario dell'ente Pierluigi Caputi, in una lettera, ha anticipato le mosse dei primi cittadini annunciando lo slittamento al 14, «per impegni istituzionali». «Stiamo cercando di riparametrare le tariffe sulla base del bilancio 2009 dell'Ato», ha rivelato l'assessore Marcello Antonelli, incaricato di rappresentare il Comune di Pescara nell'assemblea dei sindaci, «cercheremo di presentare una proposta con aumenti più contenuti. Aumenti, probabilmente, necessari per consentire all'Ato di effettuare la manutenzione di una rete idrica fatiscente, che perde il 45 per cento dell'acqua. Si devono quindi fare degli investimenti che oggi l'ente non è in grado di garantire senza ritocchi alle tariffe».
Ma i 64 sindaci delle province di Pescara, Chieti e Teramo, che compongono l'assemblea dell'Ato, continuano ad essere divisi sugli aumenti. Tanto è vero che per ben due volte l'assemblea dell'ente non è riuscita ad approvare la proposta di nuove tariffe presentata dal commissario. Proposta che, secondo Rifondazione comunista, si tradurrà in una stangata, con un incremento del 30 per cento in più rispetto ai prezzi applicati ora per i consumi. «In tempo di crisi», ha affermato il consigliere Maurizio Acerbo, «non è socialmente accettabile l'aumento delle tariffe, in particolare se si tratta di quelle dell'acqua. I cittadini non possono essere chiamati a ripianare i costi della cattiva politica».
Rifondazione ha già preannunciato una nuova protesta per fermare gli aumenti. Due settimane fa, quando si è riunita l'assemblea dell'Ato nella sede di via Raiale per votare il piano del commissario, si è svolto un corteo con decine di persone organizzato da Cgil, Abruzzo social forum e Rifondazione.
Ieri, anche Casapound ha dato vita a una forma di protesta esponendo uno striscione di 15 metri sull'Asse attrezzato, all'altezza del ponte Risorgimento. «Un aumento così oneroso del costo dell'acqua è assolutamente inaccettabile», ha affermato Mirko Iacomelli, responsabile pescarese dell'associazione di estrema destra, «non vorremmo che questi aumenti servano anche a giustificare un futuro percorso di privatizzazione dell'acqua. Invitiamo i sindaci dei Comuni interessati ad opporsi a questi provvedimenti».
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