Acqua rossa e tanto mercurio nei pesci

27 Settembre 2017

«Mercurio e arsenico nei fiumi. Pesci contaminati. Pesca rigorosamente da vietare». Ecco gli altri documenti che dimostrano l'emergenza ambientale a Piano d’Orta

BOLOGNANO. «Mercurio e arsenico nei fiumi. Pesci contaminati. Pesca rigorosamente da vietare». Ecco gli altri documenti che dimostrano l'emergenza ambientale a Piano d’Orta. E il grande pericolo della bomba ecologica sepolta sotto l’exMontecatini su cui la procura di Pescara sta indagando.
Nel mese di giugno del 2016 l’Istituto Zooprofilattico di Teramo ha infatti concluso una indagine su campioni di pesci prelevati in un tratto del fiume Aterno-Pescara, compreso tra Molina Stazione (Aquila) e Manoppello, che attraversa il Sin (sito di interesse nazionale) di Bussi Officine e Piano d'Orta-ex Montecatini. L’indagine, resa pubblica da Augusto De Sanctis del Forum H20, rivela che la sostanza presente in maggior quantità nella carne dei pesci è il mercurio. Ma non solo. «La presenza di sostanze tossiche nei pesci rappresenta un problema per l’umano consumo e quindi sarebbe necessario vietare la pesca almeno da Bussi Officine in poi o consentire solo la pratica del catch and release (prendi e rilascia, ndr)», scrivono gli scienziati dell’Izs. «Il benessere dei pesci è minacciato, soprattutto a Bussi Officine e Manoppello, come dimostrano la presenza di micronuclei (danni genetici) negli eritrociti, dovuta all’esposizione a sostanze mutagene, e le maggiori concentrazioni di piombo, cromo e soprattutto mercurio (oltre i limiti di legge per l’umano consumo)», si legge nelle conclusioni dell’indagine dell’Istituto teramano: un dossier composto da oltre cento pagine. E ancora: «I metalli pesanti e le diossine sono considerati distruttori endocrini che possono interferire nel normale sviluppo gonadico inducendo infertilità, con il rischio di abbassare il potenziale riproduttivo delle specie e, nel lungo periodo, determinarne l’estinzione nel tratto fluviale». Ma a preoccupare gli esperti dello Zooprofilattico è soprattutto «la concentrazione di arsenico rilevante in tutti i punti di campionamento. E’ quindi necessario», aggiungono, «approfondire l’origine della contaminazione, soprattutto nella sua forma più tossica di arsenico inorganico». Anche se poi chiudono quasi il cerchio con Piano d’Orta scrivendo che «L’esposizione alle sostanze tossiche è cronica e quindi potrebbe derivare o dalla falda inquinata o da scarichi non trattati ancora attivi con continuità». Ma c’è anche una conferma. In una conferenza di servizi dell'8 novembre del 2016, incentrata sul dossier dell’Izs, il rappresentante dell'Istituto superiore di sanità (Iss) fa infatti verbalizzare che «nell'ambito di una perizia fatta eseguire dallo stesso Istituto emerge uno scenario di contaminazione da mercurio di elevata gravità con rischio per la salute umana». Infine, nel luglio scorso, è emersa l'ultima scoperta di acque contaminate. L’ha fatta dalla Polizia provinciale, all'interno del sito di Piano d’Orta: «E’ stata riscontrata la presenza dentro un vecchio capannone di una vasca con un inquietante liquido dalla tonalità rosso accesa». Si legge in un atto del Forum H2O da cui abbiamo preso la fotografia che pubblichiamo. (l.c.)