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PESCARA

Addio a Maione, l’ex calciatore ristoratore di attori e musicisti 

Muore a 67 anni il titolare dello Storione: da ragazzo era stato vicecampione d’Italia con l’Ursus Allievi. La città piange altre tre vittime del Covid-19, donne tra i 78 e gli 86 anni. E il bilancio sale a 33 morti

PESCARA. Quattro sono le morti causate ieri dal coronavirus a Pescara, e tra queste quella di Lino Maione, titolare del ristorante Lo Storione, luogo di ritrovo quasi d’obbligo per attori e musicisti che si sono esibiti nel vicino teatro Massimo. Venuto a mancare all’età di 67 anni, Maione si è spento all’ospedale di Atri. Le altre morti dovute al Covid-19 sono quelle di tre donne di Pescara, rispettivamente di 86, 93 e 78: il triste bilancio cittadino porta così a 33 il numero delle persone decedute in città dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

Lino Maione, 67 anni, ex calciatore e ristoratore
Nell’ultimo trentennio Maione è stato conosciuto soprattutto per la sua cucina di pesce, ma in gioventù era stato anche un promettente calciatore: a fine anni ’60 era stato una delle colonne delle formazioni dell’Ursus, storico club pescarese, tra i primi a imporsi a livello nazionale con il proprio settore giovanile. Si è spento nella notte tra domenica e lunedì ad Atri, dove era ricoverato dal 24 marzo. Era intubato, ma nei giorni precedenti le sue condizioni era rimaste stabili. Lascia la moglie Anna Maria Zaino, originaria di Vittorito, i figli Roberta e Mirco, e due nipoti ai quali era legatissimo.
Maione gestiva Lo Storione, attività specializzata nella cucina di pesce in piazza Duca d’Aosta, con tutta la famiglia. Ad avviare il ristorante inizialmente era stata la signora Anna Maria col fratello, al quale è subentrato Lino quando ha deciso di lasciare il lavoro alla Montedison e dedicarsi a tempo pieno alla ristorazione. Con gli anni Lo Storione è diventato uno dei più rinomati del centro cittadino in fatto di pesce. Un centinaio di coperti, convenzionato col vicino Hotel Duca D’Aosta, si è affermato come tappa fissa per tanti artisti di scena al Massimo. Si sono seduti a tavola qui attori come Tullio Solenghi o la coppia di comici Salvatore Ficarra e Valentino Picone, il cantautore Ermal Meta o il compositore Giovanni Allievi.

La squadra dell'Ursus allievi vicecampione d'Italia
Nato nel novembre del 1952, in gioventù Lino Maione era conosciuto per le sue doti sportive, e in particolare per la militanza nell’Ursus, storico club pescarese attivo fino a non molti anni fa, caratterizzato dalla casacca a righe orizzontali gialle e azzurre. Negli anni ’60 l’Ursus fu uno dei primi club abruzzesi a brillare fuori dalla regione, e Maione era il roccioso terzino della squadra che, nel 1969, divenne vicecampione d’Italia nella categoria Allievi. Di quella squadra faceva parte, tra gli altri, Palmiro Masciarelli, ciclista vincitore di due tappe del Giro d’Italia tra il 1978 e il 1980, ma che di quella formazione era il portiere.
Una squadra, quella dell’Ursus allenata da Clemente Prioli, che ha lasciato un legame molto forte tra i componenti di allora, tanto che proprio il ristorante di Maione era il luogo di ritrovo delle rimpatriate degli ex gialloblù: l’ultima nel novembre del 2018, quando i “ragazzi” che mezzo secolo prima erano tesserati per le categorie Allievi e Juniores si sono ritrovati per celebrare il cinquantenario della stagione 1968-69, conclusa appunto con il titolo di vicecampioni d’Italia.
Dopo l’esperienza nel settore giovanile, Lino Maione aveva giocato anche con la squadra maggiore dell’Ursus e con il Popoli. Ma pur avendo appeso gli scarpini al chiodo, ha continuato a fare sport a livello amatoriale. Una delle sue grandi passioni era la bicicletta. L’altra, da buon uomo di mare nato e cresciuto nella Marina Nord di Pescara, era la canoa, hobby al quale si dedicava soprattutto d’estate.
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