Addio a Rosaria, la “suora degli ultimi”: da ragazza scappò di casa per entrare in convento

Si è spenta Rosaria Marrone, nata a Pescara 85 ani fa: una vita intera dedicata ad aiutare il prossimo
PESCARA. «Siamo distrutti. Con la scomparsa di suor Rosaria viene a mancare un pilastro fondamentale della nostra missione. Lei è stata la luce che ha illuminato il nostro cammino. Una persona di fede che, nonostante guerre e malattie, è sempre stata al servizio dei più deboli portando amore e rispetto». Con dolore e sofferenza i compagni di missione, e amici di sempre, Marco Berardi, Simona Di Iabio, Mario Olivieri e Alessia Davide, annunciano la scomparsa di suor Rosaria, venuta a mancare ieri mattina, a 85 anni, nella Casa madre delle missionarie comboniane a Verona. Ha lottato con tutte le sue forze contro un terribile tumore alla tiroide.
Così dopo circa sessant’anni di missione, la maggior parte dei quali trascorsi in Uganda al servizio di bambini e donne africane, la vita di Rosaria Marrone, nota a tutti come “la suora degli ultimi”, giunge a termin,e ma non la sua missione che continuerà a vivere, in eterno, nel cuore di chi l’ha conosciuta.
Nata a Pescara nel settembre del 1939, suor Rosaria decide di scappare di casa per entrare in convento e iniziare il noviziato a Londra nel 1965. Dopo tre anni, prende la decisione di partire per l’Eritrea per poi trasferirsi prima in Uganda, nel liceo Aboke, e poi in Kenya. Ma, alla morte del padre, suor Rosaria torna nella sua terra di origine, continuando a lavorare come missionaria insieme a don Giovanni Masciulli, storico parroco della chiesa del Sacro Cuore, con cui fonda il Movimento giovanile missionario.
«Avevo 16 anni quando ho avuto il privilegio di conoscere suor Rosaria», dichiara Marco, oggi membro del Centro missionario diocesano, «era un’anima pura, disposta a sacrificare la sua vita pur di salvare quella degli altri. Ha consentito a molti bambini e donne africane di costruirsi un futuro, ma la sua missione non è stata facile: molto spesso sfidava il pericolo per andare a comprare cibo, articoli di cancelleria, vestiario e medicine per le persone di Amudat e, un giorno, è stata vittima di un attacco terroristico che per sempre l’ha segnata».
Era il 10 agosto del 1981, suor Rosaria si trovava su una Land-Rover, guidata dalla sua migliore amica, suor Liliana, in direzione Moroto. Durante il viaggio di ritorno, con il veicolo pieno di cibo e medicinali, le due suore furono vittime di un’aggressione: un colpo di proiettile arrivò dritto al cuore di suor Liliana, mentre gli assassini rubarono tutto. Suor Rosaria fu così costretta a ripartire, guidando per circa 40 chilometri, con accanto la sua migliore amica morta. «La sua è stata una vita piena di sfide e sacrifici», dichiarano commossi Mario e Alessia, «siamo stati con lei in Uganda, durante una missione. Il suo obiettivo di vita è stato quello di aiutare le donne africane a diventare indipendenti. Ha fatto questo e molto altro fino a quando è stata ricoverata d’urgenza, qualche giorno fa, a Verona. La ricorderemo per sempre così: con lei sempre al servizio e gli altri sempre al centro».
I funerali di suor Rosaria si svolgono giovedì, alle 17,30, nella Casa madre delle missionarie comboniane a Verona.