Agguato al bar, ora è caccia ai complici Un uomo stava controllando i bersagli

19 Febbraio 2023

La procura indaga sui fiancheggiatori del sospetto killer Nobile: qualcuno teneva d’occhio Albi e Cavallito prima degli spari Un’altra persona avrebbe agevolato la fuga in moto dopo il delitto. Il ruolo del calabrese Ursino e i contatti con la malavita

PESCARA. Quanti sapevano dell’agguato del 1° agosto scorso in cui fu ucciso l’architetto Walter Albi e ferito gravemente l’ex calciatore Luca Cavallito? È un quesito che si pongono i magistrati negli interrogatori a Cavallito che, già prima di poter parlare dopo le gravi conseguenze della sparatoria, indica in Cosimo Nobile, un suo ex amico, l’autore del delitto e del ferimento, riferendo che quell’appuntamento al bar era stato organizzato dal calabrese Natale Ursino, uomo di ’ndrina. Nobile e Ursino sono i due arrestati come presunti esecutore e mandante dell’omicidio.
Il procuratore Giuseppe Bellelli e i pm Anna Rita Mantini e Andrea Di Giovanni, più di una volta, sollecitano i ricordi di Cavallito in proposito. E qui torna in ballo un noto pregiudicato pescarese che Ursino aveva conosciuto in carcere (e del quale non facciamo il nome perché le indagini sono ancora in corso). Resta strano che Cavallito afferma di conoscerlo in maniera indiretta e di sapere poco di lui, mentre invece pare sia strettamente legato a Nobile. Sta di fatto che agli inquirenti conferma la conoscenza tra Nobile e questo pregiudicato: «È stato lui a fare da collegamento fra tutti», dice Cavallito. E quando gli chiedono se questi era a conoscenza dell’appuntamento, l’ex calciatore dice: «Forse tramite lo Zio (Ursino ndc), o forse sarebbe dovuto venire con lo Zio, tanto è vero che giustifica il numero di pizzette (ordinate al bar dell’agguato ndc)». C’è poi un altro elemento da tenere a mente: Nobile deve comunque aver avuto un appoggio logistico per la fuga dal bar teatro dell’omicidio, ma anche un occhio terzo puntato su quel tavolo dove sedevano i due bersagli, per conoscere ogni loro mossa in tempo reale. Da qui la ricerca di fiancheggiatori e uomini a conoscenza dell’agguato da parte degli investigatori.
Il collegamento di Ursino sul territorio pescarese sembra che passi comunque dal pregiudicato conosciuto in carcere che potrebbe aver svolto un ruolo in questa vicenda giudiziaria (peraltro destinatario di un telefono criptato da 2.500 euro che gli consegna Ursino per parlare con lui), ma anche essere un punto di riferimento per gli affari che il calabrese aveva avviato in città e anche nella nostra regione (aveva scelto Teramo come domicilio e un centro estetico probabilmente come facciata). Ma i contatti più forti Ursino li aveva a Roma, dove anche Nobile aveva, stando almeno alle indagini, le conoscenze giuste. E anche dietro la rapina al Centro Agroalimentare di Cepagatti, commessa dallo stesso Nobile che in quell’occasione avrebbe sottratto alla guardia giurata derubata di 30mila euro la pistola usata per la sparatoria (la conferma arriverebbe da Renato Mancini che se l’è cantata con gli inquirenti sulla rapina e sui ruoli dei complici), ci potrebbe essere lo zampino di Ursino, anche se forse indiretto: le moto usate e le targhe vennero rubate a Roma. Insomma, molto probabilmente, Ursino stava allargando sul territorio i suoi affari e forse Albi e Cavallito, ormai ritenuti inaffidabili, stavano diventando un ostacolo e andavano eliminati. Anche perché erano venuti a conoscenza da Ursino di alcune notizie riservate, in particolare nel corso di un incontro a Roma, il 5 maggio 2022: in quell’occasione Albi, quello che avrebbe dovuto trasportare qualcosa di importante oltreoceano per conto del calabrese con la sua barca (forse un latitante della ’ndrangheta), si trattenne parecchio tempo faccia a faccia con Ursino.
Albi, però, non voleva capire che quei rapporti erano pericolosi. «Walter, ma tu lo sai con chi cazzo ti stai a mettere o no? Perché qua», sono la parole di Cavallito, «non è che stai seduto con Cioccolat di Rancitelli, questi mille euro o un milione è la stessa cosa. Se sbagli sei morto».