Penne

Andrea morto nella cella frigorifero: la procura riapre l’inchiesta. La famiglia: “Vogliamo la verità”

30 Ottobre 2025

Si riapre il caso della morte del 38enne Andrea Costantini, originario di Penne. Il legale dei genitori: “Una scomparsa che presenta ancora molti lati oscuri”

PENNE. La Procura di Larino ha aperto un nuovo fascicolo sul caso di Andrea Costantini, l'uomo trovato senza vita lo scorso 15 settembre in una cella frigorifera di un supermercato di Termoli, dove lavorava. Lo conferma l'avvocato Piero Lorusso, legale dei genitori del 38enne che nei giorni scorsi hanno presentato una denuncia perché non credono all'ipotesi del suicidio e chiedono di indagare anche per omicidio. L'inchiesta è affidata al sostituto procuratore Marianna Meo. "Siamo soddisfatti per questa decisione - commenta il legale -. Auspichiamo ora che la magistratura possa disporre l'autopsia e tutti gli altri accertamenti che abbiamo richiesto per fare piena luce su una morte che presenta ancora molti punti oscuri".

La madre e il padre di Andrea Costantini, entrambi abruzzesi residenti a Penne, hanno segnalato "strani segni sul collo dell'uomo che fanno fortemente presumere uno strangolamento". In particolare i genitori puntano il dito contro la convivente dell'uomo ipotizzando violenze domestiche da parte della donna che, al momento, non risulta indagata. "Siamo fiduciosi nel lavoro della magistratura - commenta all'ANSA l'avvocato della donna, Paola Cecchi -. Condividiamo la richiesta di chiarimenti, non siamo affatto contrari. Abbiamo tutti bisogno di chiarimenti. Speriamo che l'inchiesta possa far luce su quanto avvenuto".