Pescara

Sofia travolta e uccisa all’uscita da scuola, il pm: l’investitore deve andare a processo

29 Ottobre 2025

Pescara, la 15enne perse la vita nell’incidente di un anno fa in via Falcone e Borsellino. Per il pm Varone l’automobilista si distrasse al punto da non accorgersi del pedone a 38 metri «mantenendo una velocità pari al doppio dei 30 km orari consentiti su quel tratto di strada»

PESCARA. Richiesta di processo per omicidio stradale a carico di un commercialista di Francavilla al Mare che il 3 dicembre dello scorso anno investì Sofia Di Dalmazi, 15 anni, dopo essere uscita da scuola attraversava la strada e che qualche giorno dopo l'incidente morì in ospedale, nonostante tutti i tentativi dei sanitari di salvarla. Il pm Gennaro Varone ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio a carico di A.S., 42 anni (difeso dall’avvocato Peppino Polidori), il professionista che era alla guida della T-Roc che quel giorno percorreva via Falcone e Borsellino proprio quando Sofia, uscita dal liceo Maior, stava attraversando la strada per raggiungere il papà che l’attendeva sul lato opposto della strada e che fu costretto ad assistere impotente a quella tragedia.

AL DOPPIO DELLA VELOCITA’ Un incidente causato dall’automobilista per «negligenza, imperizia e imprudenza, senza prestare la dovuta attenzione alla circolazione stradale, in particolare distraendosi, per cause non potute accertare, sino al punto da non accorgersi dell’evidente attraversamento, a circa 38 metri, del pedone Sofia Di Dalmazi; mantenendo per di più», si legge ancora nell’imputazione stilata dal magistrato, «velocità pari al doppio di quella consentita su quel tratto di strada (60 km orari contro i 30 imposti dalla segnaletica verticale), che rendeva l’impatto più grave e più difficile la pronta reazione di emergenza».

LA MORTE 7 GIORNI DOPO L’auto, dunque, investiva la povera Sofia facendola sbalzare al suolo, provocandole gravissime lesioni che una settimana dopo l'incidente, il 10 dicembre, la portarono alla morte. I genitori, nonostante l’immane dolore decisero di dare una opportunità di vita a qualche altro paziente e quindi scelsero, con un grande atto d’amore, di donare gli organi della loro bambina. Un dolore grande anche per l’intera comunità scolastica e per la stessa città, con il sindaco Carlo Masci che decretò il lutto cittadino per quella immatura scomparsa di Sofia.

CODICE DELLA STRADA La procura, oltre al reato di omicidio stradale, contesta al responsabile di questa tragedia anche la violazione di tre articoli del codice della strada, e cioè il superamento del limite di velocità, non aver dato la precedenza al pedone e non aver mantenuto il controllo del veicolo per potersi fermare in sicurezza.

TRE CONSULENZE Il pm Varone, oltre alla relazione della polizia locale di Pescara dispose anche tre consulenze: quella del medico legale Cristian D'Ovidio sulle cause della morte e sull’impatto della vittima contro l’autovettura, ma anche una consulenza ingegneristica sulla dinamica del sinistro stradale affidata all’ingegnere Gianluca Ciofani, quella sulla base della quale si fonda principalmente l’accusa in quanto, anche se la studentessa non era sulle strisce pedonali, secondo la perizia, era visibile a una distanza di circa 40 metri, per cui l’impatto si poteva evitare se l’auto fosse andata alla velocità massima consentita; e infine anche una consulenza, affidata all'ingegnere Davide Ortolano, sui cellulari della vittima e dell’investitore, soprattutto per accertare se quest’ultimo stesse utilizzando il telefonino nel momento dell’impatto: consulenza che non avrebbe apportato però nessun elemento utile. E naturalmente il magistrato ha anche disposto l’acquisizione dei filmati delle telecamere di sorveglianza pubblica che hanno ripreso l’investimento.

PATTEGGIAMENTO NEGATO Un procedimento che poteva concludersi anche con un patteggiamento al quale però il pm non ha prestato consenso sia per la gravità del fatto, sia per l’assenza di qualsiasi proposta di risarcimento danni da parte della compagnia di assicurazione. Parti offese del procedimento sono quattro: la famiglia della vittima (con la madre Giuseppina, il papà Giuseppe e il fratello Roberto, tutti assistiti dall’avvocato Luca Torino Rodriguez) e anche l’Associazione Familiari vittime della Strada (seguita dall’avvocato Alessandro Palucci). E quindi adesso sarà il giudice dell’udienza preliminare, Francesco Marino, a decidere le sorti dell’imputato nell’udienza che si terrà il prossimo mese di gennaio.

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