Appalti e tangenti in AbruzzoUn fax coinvolge Castiglione

20 Gennaio 2012

Sequestrato dalla Mobile. Il pm: dimostra i favori alla convivente

PESCARA. Gli agenti della squadra mobile di Pescara l'hanno trovato aprendo un cassetto della scrivania nell'ufficio dell'Aquila dell'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione. Eccolo il fax, citato nelle intercettazioni dell'inchiesta Caligola su appalti e tangenti, che tira in mezzo Castiglione: un foglio di carta, con il logo della Regione Abruzzo, già finito sotto sequestro. L'ipotesi degli investigatori a carico dell'assessore allo Sviluppo economico è corruzione aggravata ed è sintetizzata nell'ordinanza dei sette arresti firmata dal gip dell'Aquila Marco Billi: «L'attività tecnica», scrive il giudice, «ha fatto emergere l'interesse di natura privata che Castiglione perseguiva nella vicenda consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell'associazione della convivente Marina Kozina», direttrice dell'associazione culturale "Rassjanka" di via Cavour a Pescara.

E nel cassetto della scrivania, gli agenti, guidati da Pierfrancesco Muriana, hanno scoperto il fax: è una lettera, su carta intestata della Regione Abruzzo, spedita a un'autorità albanese con la proposta di uno scambio culturale. Un documento che cita l'associazione "Rassjanka" come possibile referente e si chiude con la firma di Castiglione.

TELEFONATE.
Il fax è citato nelle intercettazioni insieme a una lettera. La prima risale al 14 marzo 2011, tra la dirigente regionale Vanna Andreola, finita ai domiciliari, e il marito Michele Galdi, consulente della società Cyborg srl, in Albania per un incontro ufficiale con il rettore e un ministro locali. Nel viaggio, Galdi deve verificare se in Albania ci siano margini per concretizzare un «protocollo di collaborazione» con la Regione Abruzzo. Ecco la trascrizione.

Andreola
: «Tu che fai?».
Galdi: «Ora sto in albergo».
Andreola: «Devi dire che il ministro... ha ricevuto una lettera... e devi chiedere se ha visto, ha verificato la possibilità... con i suoi esperti giuridici di fare questo protocollo con l'accademia».
Galdi: «Quindi gli ha mandato una lettera?».
Andreola: «Perché il vice presidente della Regione ci tiene... sì... gli ha mandato una lettera e l'Accademia pure preme... anche perché vogliono fare un progetto... con la Regione Abruzzo e quindi visto che lei l'ha incontrati l'altra volta, se ci fa sapere».
Lo stesso 14 marzo, Andreola chiama Castiglione.
Andreola: «Guarda, senti Michele sta là, vede questa cosa stasera a cena».
Castiglione: «Sì, sì».
Andreola: «Va bene?».
Castiglione: «A posto... tutto bene tra di noi... a posto».

«TORRONE».
Andreola e il marito, poi, parlano della cena della stessa sera a casa di un funzionario dell'ambasciata italiana a Tirana.

Andreola
: «A casa di lui. Ah, io pensavo che andavate al ristorante».
Galdi: «No, no».
Andreola: «Muh, avevo capito al ristorante... e che gli porti il torrone?».
Galdi: «E mo' gli porto il torrone... così».
Andreola: «Muh, e beh, sì».
Un'altra intercettazione è del giorno dopo, 15 marzo, tra Andreola e Castiglione.
Andreola: «Buongiorno, mi servirebbe la lettera che hai fatto per il ministro albanese, me la puoi mandare via fax? Perché dice che il ministro non se la ritrova».
Castiglione: «Ah, va bene, ora lo dico subito a T.».
Andreola: «Se la manda al mio numero di fax, poi gliela giro io. Perché così S. (funzionario dell'ambasciata italiana a Tirana, ndr) ha detto che ci sta dietro lui».

SEQUESTRI.
Intanto, in questura ci sono dieci faldoni: sono gli atti sequestrati nella sede dell'Ecosfera e dell'Oics a Roma. Carte su appalti e assunzioni sospette, la maschera delle tangenti.

In un caso spunta una possibile raccomandazione - allo stato neanche un reato per gli investigatori - dell'assessore regionale ai Lavori pubblici Angelo Di Paolo (estraneo all'inchiesta): «Si rileva», così recita un passo dell'ordinanza, «che Andreola interloquiva con tale Michele al quale chiedeva notizie in merito all'assunzione di una persona di fiducia "segnalata" dall'assessore ai Lavori pubblici. Il riferimento è da intendersi ad Angelo Di Paolo e alla specifica (e ulteriore) vicenda si farà riferimento più avanti». Ecco il colloquio.

Andreola
: «Senti un attimo, io sto qui con il mio...».
Michele: «Non che ti deve... ti sta pensando».
Andreola: «Va bene, il mio assessore ai Lavori pubblici».
Michele: «Ah, benissimo».
Andreola: «Eh, dice se ti ricordavi quella cosa di cui avevate parlato quel giorno».
Michele: «È già stata fatta».

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