Appello per lo sport ai futuri parlamentari

Di Matteo (gestori impianti di nuoto): «Scongiurare i super costi, ed estendere incentivi e bonus»
L’AQUILA. «La riforma dello sport, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, unita all'attuale periodo di profonda crisi, rischia di minare la continuità di tante società sportive. Le nuove modalità di gestione produrranno un aggravio di costi tra il 20-30% , con un conseguente impoverimento del panorama dello sport». È l’allarme lanciato dal Coordinamento associazioni gestori impianti natatori, rappresentato in Abruzzo da Nazzareno Di Matteo, che raggruppa oltre il 50% dei gestori di piscine a livello nazionale: un comparto che conta circa 3.000 impianti, con oltre 200mila addetti e più di 5 milioni di utenti l’anno sul territorio nazionale. Alla luce dell’avvio della riforma, il Coordinamento chiede al Governo una serie di misure a partire dal mantenimento, per il lavoro sportivo, della soglia dei 10mila euro annui per i compensi sportivi, entro la quale usufruire del trattamento fiscale e contributivo attualmente in vigore e una norma nazionale che, «recependo la recente normativa europea, introduca l’Iva al 5% per ogni prestazione, anche la promozione dello sport all’interno dell’impianto». La pratica sportiva, secondo il Coordinamento associazioni gestori impianti natatori, «dev’essere considerata, a tutti gli effetti, un servizio destinato a coprire esigenze di base, parificabile a una prestazione sanitaria. È assurdo che oggi ai servizi sportivi venga applicata l’Iva al 22%. Tale provvedimento consentirebbe un equilibrio tra gli effetti economici negativi della riforma e quelli positivi dell’Iva agevolata, dando dignità alla pratica sportiva come strumento di salute e prevenzione». Nel 90% dei casi i gestori di impianti sportivi, in particolare le piscine, sono concessionari di strutture pubbliche. «Come in molti ambiti dello sport italiano, anche questi impianti sono nella maggior parte vetusti e poco performanti da un punto di vista energetico», fa notare il Coordinamento gestori che chiede anche «che incentivi e bonus siano estesi alle società che gestiscono impianti sportivi e che sia messo in campo un fondo nazionale di garanzia a cui possano accedere le società che intendono ricorrere al credito bancario per interventi di efficientamento degli impianti». Misure essenziali, ribadisce il Coordinamento, «senza le quali è impossibile intervenire. Lavori che avranno una tripla valenza virtuosa: abbasseranno i consumi di energia a vantaggio dell’ambiente, ridurranno i costi dei gestori e miglioreranno il patrimonio pubblico».
L’ultima richiesta riguarda l’estensione delle detrazioni fiscali per la pratica sportiva «tramite un meccanismo incentivante che preveda l’aumento della soglia di detrazioni delle spese sostenute da 210 a 250 euro e l’applicazione a ogni fascia di età».(m.p.)