Area vestina, bidello arrestato per violenza sessuale su minori

Palpeggiamenti e inviti ad appartarsi a due alunne di 13 anni all'interno della scuola
PESCARA. La ricreazione era diventata un incubo. Colpa delle attenzioni morbose di un bidello che dagli apprezzamenti era passato a carezze sempre più odiose trasformate in palpeggiamenti. Un incubo che per le due ragazzine di 13 anni è finito due giorni fa, con l'arresto del bidello.
Ci hanno pensato i carabinieri della compagnia di Montesilvano, diretti dal capitano Enzo Marinelli: venerdì pomeriggio i militari sono andati nel centro dell'area vestina dove si sarebbero consumati i fatti, diretti a casa dell'uomo di 58 anni, sposato e con figli, (ma di cui non viene diffuso il nome per tutelare le due presunte vittime) per notificargli l'ordine di custodia cautelare ai domiciliari disposto dal gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, su richiesta del pm Salvatore Campochiaro. L'accusa, per il padre di famiglia, è infamante: violenza sessuale.
Un'accusa maturata dopo un mese di indagini che i carabinieri hanno avviato dietro la segnalazione, circa un mese fa, della dirigente scolastica contattata a sua volta dai genitori delle ragazzine prese di mira.
Con il massimo del tatto e della riservatezza, gli investigatori hanno potuto verificare lo squallore descritto dalle due minori, un quadro inquietante che avrebbe potuto avere ben peggiori sviluppi se, dopo tre mesi di abusi più o meno velati, loro stesse non avessero trovato il coraggio di confidarsi con i rispettivi genitori.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutto sarebbe iniziato a settembre, in concomitanza con l'avvio del nuovo anno scolastico.
È dallo scorso settembre, infatti, che il bidello avrebbe iniziato a importunarle ogni qualvolta che ne aveva l'occasione, vale a dire durante la ricreazione o nei momenti che le alunne si trovavano sole nei corridoi della scuola. Fuori dall'aula, sicuro che per vergogna o per scarsa malizia avessero mantenuto il segreto, l'uomo avrebbe iniziato ad avvicinarle, ad abbracciarle in modo da bloccarle, a baciarle sulla guancia e ad accarezzarle, condendo il tutto con commenti e apprezzamenti sul loro aspetto fisico. Addirittura le avrebbe toccate sul seno e sulla schiena fino a invitarle, invano, a seguirlo in locali appartati. Oggetto delle sue attenzioni sarebbe stata anche una terza ragazzina della stessa scuola, anche lei di 13 anni: secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il bidello in un'occasione avrebbe tentato di baciarla sulla bocca, respinto dalla violenta resistenza opposta dalla giovane alunna.
È di fronte a queste avances sempre più insistenti, a questi incontri sempre meno casuali, ma divenuti comunque ossessivi, che le ragazzine hanno trovato la forza di raccontare tutto ai genitori, rivelandogli le paure e le angosce che stavano patendo. Di qui è scattata, da parte dei genitori, la denuncia alla dirigente scolastica che a sua volta l'ha girata ai carabinieri.
In quest'ultimo mese di indagini, all'interno della scuola si è fatto di tutto per tutelare comunque le ragazzine dalle attenzioni del bidello, inconsapevole del fatto che lo stessero tenendo d'occhio. Fino a due giorni fa. Fino a quando, venedì pomeriggio, i carabinieri hanno suonato alla sua porta. E lui, di fronte a quella accusa infamante scandita di fronte alla moglie, è rimasto basito.
Ci hanno pensato i carabinieri della compagnia di Montesilvano, diretti dal capitano Enzo Marinelli: venerdì pomeriggio i militari sono andati nel centro dell'area vestina dove si sarebbero consumati i fatti, diretti a casa dell'uomo di 58 anni, sposato e con figli, (ma di cui non viene diffuso il nome per tutelare le due presunte vittime) per notificargli l'ordine di custodia cautelare ai domiciliari disposto dal gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, su richiesta del pm Salvatore Campochiaro. L'accusa, per il padre di famiglia, è infamante: violenza sessuale.
Un'accusa maturata dopo un mese di indagini che i carabinieri hanno avviato dietro la segnalazione, circa un mese fa, della dirigente scolastica contattata a sua volta dai genitori delle ragazzine prese di mira.
Con il massimo del tatto e della riservatezza, gli investigatori hanno potuto verificare lo squallore descritto dalle due minori, un quadro inquietante che avrebbe potuto avere ben peggiori sviluppi se, dopo tre mesi di abusi più o meno velati, loro stesse non avessero trovato il coraggio di confidarsi con i rispettivi genitori.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutto sarebbe iniziato a settembre, in concomitanza con l'avvio del nuovo anno scolastico.
È dallo scorso settembre, infatti, che il bidello avrebbe iniziato a importunarle ogni qualvolta che ne aveva l'occasione, vale a dire durante la ricreazione o nei momenti che le alunne si trovavano sole nei corridoi della scuola. Fuori dall'aula, sicuro che per vergogna o per scarsa malizia avessero mantenuto il segreto, l'uomo avrebbe iniziato ad avvicinarle, ad abbracciarle in modo da bloccarle, a baciarle sulla guancia e ad accarezzarle, condendo il tutto con commenti e apprezzamenti sul loro aspetto fisico. Addirittura le avrebbe toccate sul seno e sulla schiena fino a invitarle, invano, a seguirlo in locali appartati. Oggetto delle sue attenzioni sarebbe stata anche una terza ragazzina della stessa scuola, anche lei di 13 anni: secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il bidello in un'occasione avrebbe tentato di baciarla sulla bocca, respinto dalla violenta resistenza opposta dalla giovane alunna.
È di fronte a queste avances sempre più insistenti, a questi incontri sempre meno casuali, ma divenuti comunque ossessivi, che le ragazzine hanno trovato la forza di raccontare tutto ai genitori, rivelandogli le paure e le angosce che stavano patendo. Di qui è scattata, da parte dei genitori, la denuncia alla dirigente scolastica che a sua volta l'ha girata ai carabinieri.
In quest'ultimo mese di indagini, all'interno della scuola si è fatto di tutto per tutelare comunque le ragazzine dalle attenzioni del bidello, inconsapevole del fatto che lo stessero tenendo d'occhio. Fino a due giorni fa. Fino a quando, venedì pomeriggio, i carabinieri hanno suonato alla sua porta. E lui, di fronte a quella accusa infamante scandita di fronte alla moglie, è rimasto basito.
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