Asl Pescara, i sindacati: "È vero ci sono infermieri raccomandati"

Dopo la denuncia dei Cobas anche il Nursind accusa: "La Asl favorisce Cgil e Uil"

PESCARA. «I favori agli infermieri raccomandati esistono. Primo: posso fare i nomi e i cognomi di chi è stato premiato con l'esenzione dei turni di notte senza motivi. Secondo: non c'è trasparenza sugli spostamenti da un reparto all'altro. Terzo: anche gli iscritti di Cgil e Uil hanno ottenuto trattamenti speciali». Lo afferma Antonio Argentini, segretario provinciale del Nursind, sindacato degli infermieri.

Il giorno dopo la denuncia dei Cobas di 12 casi di «clientelismo di corsia» - «Siamo pronti a presentare un esposto in procura, abbiamo documentato già 12 casi di favoritismi», hanno detto Marco Gabriele Di Matteo e Andrea Colantoni - arriva un'altra presa di posizione di chi vive l'ospedale tutti i giorni: «Esiste un regolamento per la mobilità interna», osserva Antonio Argentini, infermiere nel reparto di Urologia e segretario provinciale del Nursind, «ma non viene rispettato. Una beffa per gli infermieri perché la Asl non prende in considerazione la fatica quotidiana: è evidente che decenni passati a lavorare in Geriatria, Medicina e Prima chirurgia non possono essere la stessa cosa di decenni negli ambulatori». Secondo Argentini, «i favori agli infermieri raccomandati sono un dato di fatto, è innegabile. Un esempio è lampante», racconta, «quando diversi iscritti al mio sindacato scomodo si sono cancellati per passare con altre sigle hanno ottenuto i trasferimenti in reparti meno pericolosi e più comodi. Posso fare i nomi e i cognomi», dice il sindacalista Nursind, «basta controllare le schede delle iscrizioni e delle cancellazioni e sovrapporle con i trasferimenti».

Argentini chiama in causa «Cgil e Uil: ci sono loro iscritti che hanno avuto favori, è fuori di dubbio. Penso che dietro i sindacati ci siano manovre politiche». Ma gli infermieri del Nursind hanno ottenuto favori dalla Asl? «Se un mio iscritto ha ottenuto lo spostamento», risponde Argentini, «ho dovuto lottare pur avendo tutte le carte in regola. È questo il cuore del problema».

Anche la Cisl interviene sul caso degli «infermieri protetti»: «Vogliamo continuare a combattere per evitare discrezionalità discutibili», dichiara il segretario territoriale della Cisl-fp Ferdinando De Lellis che ritiene «necessario» mettere regole non solo alla mobilità interna ma anche ai trasferimenti entro 25 chilometri. «Pur consapevole del contratto nazionale che, in questo caso particolare, prevede la discrezionalità dell'ente invitiamo la Asl», spiega, «a regolamentare gli spostamenti anche a maglie larghe per evitare rigidismi e per far sapere a chi "crepa" dall'assunzione fino al pensionamento in reparti fisicamente e psicologicamente pesanti su tre turni, semmai anche con prescrizioni mediche inosservate, che esistono occasioni di spostamenti in ambiti lavorativi più leggeri a cui poter perlomeno aspirare». De Lellis chiede «comparazione» tra gli infermieri «per far cadere la scelta su dipendenti più formati rispetto ad altri ma le differenze su anzianità anagrafica e di servizio», sottolinea, «devono essere contenute entro limiti plausibili, altrimenti si tratta di altro» e cioè favori. Ma, per la Cisl, all'ospedale la regola non è l'equità: «Tutto ciò», dice il segretario territoriale, «crea negli operatori che stanno più di altri al "chiodo" mortificazione, irrequietezza e ripensamenti sulla validità o meno di aver tenuto finora un certo impegno e comportamento professionale. Inoltre, si creano disamore e disaffezione verso la Asl e chi la rappresenta, demotivazione per non aver saputo cogliere opportunità o per non essere stato nemmeno preso in considerazione al di là dell'esito che poi sarebbe visto come un riconoscimento. Tutto questo», dice De Lellis, «è ancora più eclatante e grave in quanto parliamo di professionisti della sanità a diretto e vitale contatto con pazienti: ecco perché la sfera emotiva degli infermieri deve essere ben salda e non possono esserci altri fattori che minano il controllo».

Per la Cisl, è in fase di trattativa un accordo con la Asl per evitare favoristimi: «Stiamo cercando», conclude De Lellis, «di far ragionare gli interlocutori, non ultimo il direttore generale Claudio D'Amario che si è riservato di darci una risposta».

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