Aspiranti sindaci, Sabatini: serve un energy manager contro gli sprechi
La candidata grillina propone di scegliere gli assessori attravero i curricula, però dovranno essere simpatizzanti del Movimento 5 stelle
PESCARA. «Gli assessori? Li sceglieremo attraverso i curricula, così spero anche di far tornare in Italia dottori di ricerca come me. Però devono essere simpatizzanti del Movimento 5 Stelle. Se l'immagina se a presentare una propria candidatura fosse uno del Pd?». È schietta Enrica Sabatini, 32 anni, di cui 12 passati a lavorare nella libreria Feltrinelli e ora fresca di dottorato, conseguito il primo aprile scorso in Scienze, all'università d'Annunzio di Chieti: «O noi, o loro», è il suo motto.
E, dunque, in caso di vittoria alle comunali del 25 maggio, nelle quali Sabatini è candidata alla carica di sindaco, sostenuta dai pentastellati di Grillo, per «gli altri» non ci sarà spazio nella squadra di governo. Tanto, visto che i grillini si presentano con una sola lista, se dovessero arrivare al ballottaggio, escludendo a priori ogni apparentamento, per legge avranno 19 consiglieri, tutti «flaggati» 5 Stelle, su 32. Una maggioranza blindata. E dire che Sabatini, fino a qualche mese fa, si vedeva a completare il Phd ad Harvard, negli Usa; mentre, multitasking com'è, aveva già avviato l'iter per una start-up a Londra. Ma poi è arrivata la designazione per correre a sindaco.
Sabatini, diciamolo subito: siete «accusati» di inesperienza.
«Ma l'esperienza non è necessariamente positiva. Se non impari dai tuoi errori, questa rimane negativa e si persevera nell'errore. Si verifica quella che viene definita “fissità funzionale”: i problemi, cioè, li vedi sempre allo stesso modo. E poi si è visto a cosa ha portato la cosiddetta esperienza. A uno sfascio. Quindi, secondo me, è un vantaggio che in certi casi non ci sia esperienza, poiché posso approcciarmi ad un aspetto da un punto di vista diverso. Comunque, nella nostra lista, abbiamo avvocati, commercialisti, vigili del fuoco e altre figure professionali».
D'accordo, ma come pensa di guidare il Comune, nel caso fosse eletta?
«Per me, l'aspetto più importante è la gestione del personale. La prima cosa che farò è vedere se ciascuno è collocato al posto giusto: le competenze devono essere valorizzate al massimo. E poi instaurerò un sistema di premialità per i dipendenti. Immediatamente dopo, metterò mano agli sprechi. Oggi, Pescara, per governance, è al 92° posto, su 103 città italiane, per efficienza amministrativa. Lo dice il report del City rate form del 2013. È una situazione drammatica, ma allo stesso tempo da definire positiva, per chi ci deve mettere mano, in quanto c'è un enorme margine di miglioramento».
Nel concreto, come avverranno le sforbiciate alle spese?
«Subito un “Energy manager”, accompagnato da uno staff ad hoc, in un ambiente in cui l'ufficio tecnico e l'ufficio economato, che oggi invece non collaborano, vadano all'unisono. E poi taglieremo le consulenze esterne».
Un altro rilievo che viene mosso, è quella sorta di democrazia assembleare che avete in mente. Le decisioni, con lei sindaco, chi le prenderà?
«Sui grandi temi, metterò l'argomento di cui si deve discutere sul nostro blog, ascoltando tutti. Ma comunque sulle decisioni che si devono prendere giorno per giorno, sarò io a prendermi le responsabilità. Inoltre, più che assembleare, chiamerei il nostro modello condiviso».
Sulle grandi questioni sembra dunque che vigerà il modello Wikipedia, l'enciclopedia on line, nella quale ognuno mette qualcuno di suo.
«Esatto, sarà proprio così. Ho letto tempo fa un fa un saggio di un docente universitario, Antonello Canzano. Ebbene, egli dice che il tipo di sindaco di una volta è finito: e noi, in un'epoca in cui nessuno lo fa, andremo in piazza. Anzi, lo facciamo già e diamo il microfono a tutti».
Lei ha detto di essere sicura di andare al ballottaggio. Ma chi temerebbe di più, come avversario al secondo turno?
«Io non ho paura degli altri candidati. Ho paura invece che i cittadini non abbiano il coraggio di cambiare».
Ma s'è fatta un'idea di chi la potrà sfidare al ballottaggio?
«Non lo so, forse Alessandrini. Ma comunque sarò io sindaco».
Sul referendum del 25, invece, che indicazione dà?
«Da portavoce del Movimento, nessuna. Da cittadina penso che la Grande Pescara possa essere un'opportunità da cogliere. Penso ad un incremento dei trasferimenti di Stato, che potrebbero arrivare al 20%».
Intanto martedì arriverà Beppe Grillo.
«Finora non l'ho mai sentito al telefono, né ci siamo mai incontrati. Grillo è uno che lascia del tutto liberi nelle decisioni gli amministratori del Movimento nelle città. E io sono totalmente libera nella mia programmazione. Grillo verrà arriverà in città e ci farà sfondare alle elezioni della domenica successiva».
Insomma, lei è pronta.
«Sono pronta: diventeremo sindaco».
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