Aterno-Manthoné, prof contro le ore in più
Legge di stabilità, il personale dell’istituto tecnico ritira la disponibilità a progetti extra
PESCARA. Stato di agitazione nelle scuole pescaresi. Dopo le preoccupazioni espresse dai docenti dell’istituto tecnico statale Acerbo che di fronte alla mancata erogazione dei fondi da parte del ministero hanno deciso all’unanimità, in sede di collegio docenti, di sospendere l’approvazione e l’avvio di progetti e attività aggiuntive all’insegnamento, si fa sentire anche il personale dell’istituto tecnico statale Aterno-Manthoné. Nell’assemblea sindacale di lunedì indetta dalla Rsu, il personale dell’istituto tecnico ha espresso all’unanimità il proprio dissenso nei confronti dell’articolo 3 del decreto di stabilità («modificando unilateralmente il contratto collettivo nazionale di lavoro, ha previsto l’innalzamento dell’orario di lavoro dei docenti delle scuole secondarie senza alcun corrispettivo economico») e ha deciso di ritirare la propria disponibilità «a ricoprire qualsiasi incarico e/o funzione all'interno dell’Istituto che non sia strettamente previsto quale obbligo dal vigente contratto di lavoro».
Il personale sottolinea che tale norma è irricevibile perché «lede in forma gravissima la dignità e la professionalità del proprio lavoro; produrrà inevitabilmente un sensibile peggioramento delle già difficili condizioni in cui espleta le proprie funzioni; taglierà circa 30 mila posti di lavoro in un momento di pesantissima crisi economica e occupazionale; continua nella politica di riduzione delle risorse umane (docenti e Ata) e finanziarie, che ha causato il ridimensionamento delle strutture (laboratori, gabinetti scientifici) e del loro funzionamento impoverendo l’offerta didattica; è stata accompagnata da parte del ministro da dichiarazioni indegnamente offensive del personale docente e da comparazioni con la situazione internazionale inesatte».
Di qui la presa di posizione: «Tutto il personale è d’accordo che d’ora in poi - e finché non sarà definitivamente cancellato l’articolo 3 del decreto di stabilità - si atterrà esclusivamente allo svolgimento delle attività obbligatorie previste dal contratto nazionale di lavoro con conseguente blocco di tutte le attività aggiuntive, ed è pronto a mettere in atto tutte le eventuali ulteriori forme di protesta che saranno stabilite nei prossimi giorni».
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