Attentato a Farindola Il sindaco: è allarme

FARINDOLA. Non hanno ancora un nome i responsabili dell’attentato incendiario ai danni della contestata antenna Vodafone di Villa Cupoli a Farindola. Due giorni fa un rogo di origine dolosa ha...
FARINDOLA. Non hanno ancora un nome i responsabili dell’attentato incendiario ai danni della contestata antenna Vodafone di Villa Cupoli a Farindola. Due giorni fa un rogo di origine dolosa ha distrutto una Fiat Panda della vigilanza privata della società giuliese “Vigilantes” e una centralina dell’Enel che alimentava il ripetitore per la telefonia installato sul tetto della ex scuola elementare, attuale sede del gruppo alpini e del nucleo di protezione civile cittadino.
Secondo i carabinieri della compagnia di Penne che stanno conducendo le indagini, sulla natura criminosa del gesto non ci sarebbero dubbi, come testimonierebbero le tracce di liquido infiammabile e il relativo contenitore rinvenuti sul luogo del reato insieme ad altri indizi che ora sono nelle mani degli inquirenti. Già lo scorso aprile l’antenna era stata distrutta da ignoti che l’avevano divelta dagli ancoraggi e scaraventata al suolo rendendola inservibile. Dopo questo episodio la Vodafone aveva istituito un presidio di vigilanza fisso.
A distanza di circa due mesi una nuova aggressione ha rischiato di avere conseguenze ben più gravi se le fiamme non fossero state subito domate da una squadra dei vigili del fuoco di Pescara arrivata sul luogo a sirene spiegate. L’allarme è stato lanciato quasi immediatamente dal vigilante di turno che si era allontanato per qualche istante lasciando incustodita la macchina di servizio mentre effettuava una perlustrazione. Sull’attività investigativa ancora in corso i carabinieri non si sbilanciano, ma fanno sapere che sono emersi elementi rilevanti che potrebbero portare alla chiusura delle indagini e dunque alla individuazione dei colpevoli.
Per il sindaco Antonello De Vico la situazione sta degenerando in maniera allarmante e ha chiesto l’intervento del prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono affinché riunisca il comitato di pubblica sicurezza per contrastare altre azioni vandaliche.
«Siamo vittime di un mitomane che sta cavalcando l’onda del malcontento dei residenti per raggiungere i propri sordidi scopi», dichiara De Vico, « seminando il panico e creando tensione. Ci auguriamo che venga fatta piena luce sulla vicenda dato che per quanto di sua competenza l’amministrazione comunale ha già esaudito le richieste dei cittadini attivando, in accordo con la Vodafone, tutte le procedure necessarie per delocalizzare l’impianto». Dai membri del comitato la condanna per simili atti è unanime, la loro battaglia pacifica vedrà il suo epilogo con l'esito del ricorso tuttora pendente presso il tribunale amministrativo di Pescara che dovrà decidere sulla legittimità dell' iter autorizzativo e se ci sono gli estremi per un risarcimento danni per gli effetti nocivi procurati alla popolazione dal ripetitore.
Claudia Ficcaglia
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