CORONAVIRUS / PESCARA

Aumentano i contagi nelle scuole e un altro focolaio in ospedale

In mille in quarantena tra alunni alunni, docenti e collaboratori e altri casi negli istituti superiori. Il virus attacca il personale del Centro unico di prenotazione della Asl, disagi per utenti dopo i casi a Medicina, Ortopedia e Oncologia. E il consigliere Blasioli chiede spiegazioni su pazienti rifiutati dall'ospedale covid

PESCARA. Aumenta il numero delle classi scolastiche in quarantena a Pescara a causa di casi di Covid-19 e si accende un nuovo focolaio nell'ospedale.

Scuole e ospedale dimotrano di essere esposti al virus in città, ambienti molto frequentati e che dovrebbero  essere super protetti.

Come riporta anche l'agenzia Ansa, tra scuole dell'infanzia, primarie e medie si registrano problemi in sette istituti comprensivi, per un totale di oltre mille tra alunni, docenti e collaboratori in isolamento fiduciario. A questi numeri si aggiungono quelli delle scuole superiori, dove pure si registrano casi. Nelle ultime ore è scattata la quarantena, fino al 2 febbraio, per otto classi della scuola media B. Croce di via Scarfoglio dell'Istituto comprensivo 6. In quarantena precauzionale, inoltre, all'istituto comprensivo 7, anche una prima media della Antonelli a causa della sospetta positività di un alunno.

Questa mattina si è svolta la seduta della commissione consiliare Pubblica istruzione, cui ha preso parte anche l'assessore e vicesindaco Gianni Santilli, per fornire un aggiornamento dettagliato della situazione nelle scuole. «Organizzazione dello screening di massa anti-Covid-19 nelle scuole primarie di competenza comunale e utilizzo dei cittadini-redditi di cittadinanza per garantire la sorveglianza dinanzi alle scuole e impedire gli assembramenti dei genitori. Sono le due misure che andranno attuate dall'amministrazione comunale di Pescara per far fronte alla pandemia che, inevitabilmente, sta colpendo i nostri istituti comprensivi», afferma il presidente della Commissione, Fabrizio Rapposelli, parlando di una «situazione difficile» che comunque viene «monitorata ventiquattro ore su ventiquattro».

Il nuovo focolaio di Covid-19 nell'ospedale è tra il personale del Centro unico di prenotazione (Cup). Almeno otto gli operatori risultati positivi, tra dipendenti della Asl e lavoratori della ditta esterna che si occupa dei servizi. Sono scattate le misure previste dai protocolli, a partire dall'esecuzione dei tamponi sugli altri dipendenti e dalla sanificazione dei locali. Gli uffici al momento non sono in grado di lavorare a pieno regime. Le attività hanno subito rallentamenti e si sono registrati disagi per gli utenti e code. La Asl è al lavoro per riorganizzare i servizi e posticipare le attività rinviabili.

"Nel giorno in cui il CUP dell’Ospedale, luogo frequentato quotidianamente da moltissime persone, tra le quali tanti anziani, registra 8 contagiati al Covid tra il personale, l’assessore regionale alla Sanità Verì non solo non ci ha fornito alcun aggiornamento su questa situazione, ma non ha risposto neppure ai quesiti puntuali dell’interpellanza che ho presentato sul Focolaio Covid nel reparto di Ortopedia sempe dell'ospedale di Pescara e nei reparti di Oncologia, Medicina (e forse Geriatria) e sul rispetto delle procedure previste dalle ordinanze del presidente della giunta regionale", denuncia in una nota il consigliere regionale pd Antonio Blasioli facendo il punto della situazione dei precedenti contagi nello Spirito Santo. Blasioli fa anche un passio indietro nel tempo alla ricerca delle possibili causa del contagio. "Nella notte tra sabato 9 e domenica 10 gennaio 2021", rivela nella nota, "il Covid Hospital di Pescara ha rifiutato il ricovero di pazienti positivi del reparto di Ortopedia, Medicina e Oncologia, determinando con ciò la contemporanea presenza, all’interno dello stesso reparto, di pazienti positivi e pazienti negativi con il rischio di una possibile estensione del contagio “intraospedaliero”. Com’è possibile che i contagiati del Santo Spirito non siano stati ricoverati nel Covid Hospital di Pescara, centro creato appositamente per l'epidemia da coronavirus e che ha il maggior numero di posti letto dedicati ai pazienti Covid-19, né in altri ospedali, finendo per contagiare pazienti e personale, se i dati di occupazione delle terapie intensive comunicate a Roma testimoniano un saldo positivo? Anche su questo", conclude rivolgendosi alla Verì, "ho chiesto atti e dati in modo formale".