PESCARA

Bancarotta fraudolenta: indagati Testa, Di Prinzio e altri quattro / LE REAZIONI

Sono De Nicola, Di Ianni, Rabottini e Urbinati. Nel mirino, un mutuo di 3 milioni e mezzo. Il consigliere regionale: "Fatti successivi alle mie dimissioni dalla società"

PESCARA. "Chiederò al pubblico ministero di essere ascoltato per chiarire soprattutto gli aspetti di carattere temporale. Non ultimo, tengo ad evidenziare come le circostanze oggetto delle indagini appena concluse, afferiscano esclusivamente ad un incarico assunto nella società, tra l’altro a titolo gratuito, e non abbiano alcuna attinenza con la politica e con le cariche istituzionali da me rivestite”. Commenta così il consigliere regionale (Capogruppo di Fratelli d'Italia) Guerino Testa in merito alla notizia riportata da il Centro sull'inchiesta  per bancarotta fraudolenta che lo vede indagato - nel ruolo di commercialista - insieme ad altri cinque.

L'avviso di conclusione delle indagini riguarda il fallimento della società Apd group . Oltre a Testa sono indagati il commercialista titolare dello studio, Andrea Di Prinzio, l'imprenditore Carmine De Nicola, Antonio Di Ianni, ritenuto il braccio destro del “rettore” (come veniva chiamato De Nicola), e poi ancora Carlo Massimo Rabottini e Giuseppe Urbinati. Secondo l'accusa, a vario titolo, avrebbero distratto i soldi (3.5 milioni) concessi alla società poi andata fallita.

Si tratta di un’inchiesta corollario di quella più complessa, definita in parte davanti al giudice dell'udienza preliminare (Gup) di Pescara nel novembre del 2019 (dove Testa patteggiò per alcune bancarotte 1 anno e mezzo pena sospesa e venne assolto dall’associazione per delinquere) che si occupò delle presunte irregolarità di una serie di società che facevano parte della galassia dell'imprenditore Carmine De Nicola (condannato nella precedente inchiesta a 3 anni e 8 mesi). Ora a tutti, tranne Urbinati, viene contestata la sottrazione di libri e scritture contabili.

"Si tratta di un’appendice di un vecchio fascicolo definito, in cui venni assolto per alcuni capi d’accusa e prosciolto per altri", è la versione di Testa che aggiunge: "Mi dimisi da amministratore unico nel 2010, per atto dovuto, poco dopo la mia elezione a presidente della Provincia di Pescara e, dunque, alle questioni societarie e concorsuali successive a quella data e fino al 2018 sono completamente estraneo".
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