Banda di estrema destra dietro le due aggressioni

Sentito dalla polizia in ospedale uno dei ragazzi picchiati a Pescara Vecchia Il questore: «Fenomeni da stroncare, teniamo sotto controllo alcuni gruppi»

PESCARA. Potrebbe essere la stessa banda di estrema destra ad aver aggredito il ragazzo gay lungo la Riviera, giovedì sera, e i due giovani che stavano fumando davanti a un circolo Arci di via delle Caserme, sabato notte. In quest’ultimo caso inneggiando al duce e facendo il saluto fascista.
Per ora è soltanto un’ipotesi, che nasce dalla descrizione di uno degli aggressori (capelli corti e pizzetto) fornita nel primo e nel secondo caso, ma è anche su questo che gli investigatori della Digos diretti da Leila Di Giulio stanno lavorando per arrivare il prima possibile a dare un volto e un nome ai responsabili di queste assurde violenze. Tenendo conto, come fa presente il questore Francesco Misiti, «che sono realtà che avevamo già sotto controllo. Tanto che già ci eravamo accorti», rimarca il questore, «di qualche stortura al loro interno. Indipendentemente dagli ultimi episodi». Ma è certo che adesso è proprio sulle ultime due aggressioni che si concentra il lavoro degli investigatori, a caccia di testimonianze e riscontri rispetto ai primi elementi raccolti. Per questo, ieri mattina, i poliziotti sono andati in ospedale ad ascoltare uno dei due ragazzi aggrediti in via delle Caserme. Un 28enne di Giulianova. L.D.S., che per difendere l’amico dall’improvvisa violenza esplosa dopo la frase degli aggressori “siamo razzisti” ha rimediato pugni e calci che gli hanno provocato la frattura di uno zigomo e l’abrasione di una cornea. Tanto che dopo il ricovero in ospedale con una prognosi di 20 giorni, quasi certamente sarà sottoposto a intervento chirurgico.
Una violenza per cui il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, aveva invitato il sindaco a chiedere la convocazione di un tavolo per l’ordine e la sicurezza per affrontare il problema da un punto di vista dell’ordine pubblico. Ma il questore puntualizza: «Il fenomeno della nascita di qualche gruppo lo stiamo seguendo e verificando, pronti a stroncarlo sul nascere. Di sicuro, è un fenomeno che non trascuriamo e non prendiamo sottogamba. Ma il concetto di ordine pubblico va al di là di queste problematiche sociali». (s.d.l.)